Tania Memoli – Desiderio
Sono sazia di parole, ho fame di gesti, di quelli fatti di presenza che legano indissolubilmente e che urlino solo una parola: tua.
Sono sazia di parole, ho fame di gesti, di quelli fatti di presenza che legano indissolubilmente e che urlino solo una parola: tua.
É un ben triste stato d’animo quello di chi desidera poche cose e ne teme molte.
Stella, stellina il mio desiderio ti ho affidato. Ora tocca a te avverarlo.
Il mio pensiero vola, trainato dal desiderio che lo innalza nell’immenso; lascia la gabbia che racchiude le parole per farsi silenzio e in esso raggiunge tutti.
L’aver desideri smoderati è da fanciullo, non da uomo.
I nostri corpi inaspettatamente compenetranti erano un incontro unico di carne e dolorose attese, inno ingiustificato a quella vita che finalmente ci aveva sorpreso. Sospesi in un abbraccio eterno, quella piccola stanza nel cuore di Roma era il nostro ritaglio di paradiso, il nostro improvviso riscatto da un’esistenza tiepida e senza tumulti. In quella stanza benedetta, vergine per noi, priva di qualunque orpello inutile, oltre all’ansare del nostro respiro, non c’erano altro che cielo e luce e quell’atto sessuale veniva a completare un amore che, ora, veramente, non veva bisogno d’altro.
Di Te… adesso in questo istante Mi Manca la tua dolce bocca, il tuo soave respiro, il tuo caldo abbraccio, Mi Manca il tuo melodioso battito… sii quel palpito che mi fa illudere che appartieni solo a me! Tanto da dar forza a questo misero corpo chi invano nel buio di questa triste malinconia non smette mai di cercarti.