Hans Magnus Enzensberger – Televisione
La televisione è puro terrorismo. La parola scompare, e con la parola ogni possibilità di riflessione.
La televisione è puro terrorismo. La parola scompare, e con la parola ogni possibilità di riflessione.
Ci sono due categorie di televisione: la televisione intelligente, che crea cittadini difficili da governare, e la televisione imbecille, che crea cittadini facili da governare.
È difficile fare un documentario televisivo che sia incisivo ed approfondito, quando ogni dodici minuti viene interrotto da conigli ballerini che decantano una carta igienica.
Una delle cose più straordinarie del vedersi spesso in televisione è la possibilità di sognare se stessi in terza persona. Le persone normali non possono farlo. Quello che è terribilmente spaventoso, quando ci si sogna, è che, se ci allontaniamo, possiamo vedere la parte posteriore della nostra testa. Questa, naturalmente, è schizofrenia.
Sulle reti commerciali l’alta qualità degli spettacoli è rovinata spesso da queste piccole interruzioni molto seccanti che chiamano programmi.
La cinematografia è l’arma più forte.
Simona Ventura odia qualsiasi parvenza sintattica.
La televisione: questo strumento diventato (vangelo) tutto quello che dice, tutto quello che si fà, tutto quello che si vede, vogliamo farlo anche noi, vogliamo esserlo anche noi, non abbiamo più un briciolo di sicurezza di amor proprio, dobbiamo tutti essere firmati dalla testa ai piedi, tutti magri scheletrici, tutti uguali ai nostri idoli. Purtroppo in questa società di parvenza, è difficile distinguere il giusto, il corretto ed i nostri figli si perderanno rincorrendo sogni impossibili.
La televisione riempie molte solitudini.
La stoltezza ha cancellato la saggezza; buio.
Finché c’è televisione la cronaca mondiale sarà sempre una grande realtà fittizia.
Sanremo? L’unico buon motivo… per andarsene al cinema.
La televisione ha provato che le persone prestano attenzione a qualunque cosa piuttosto che le une alle altre.
Il segreto della pubblicità è la costante ripetitività.
Mi piace la televisione, soprattutto perché la si spegne facilmente.
Le immagini stereotipate della seduzione sono appena comprensibili in quel teatrino manierato che è la pubblicità, ma diventano davvero fuori luogo quando invadono gli schermi, la vita d’ogni giorno.
La televisione è un’arma a doppio taglio: serve a divertirsi anche se fa perdere l’etica giusta del dialogo.