Licio Gelli – Televisione
Venne Costanzo a intervistarmi per il Corriere della sera. Dopo due ore di conversazione mi chiese: lei cosa voleva fare da piccolo. E io: il burattinaio. Meglio fare il burattinaio che il burattino, non le pare?
Venne Costanzo a intervistarmi per il Corriere della sera. Dopo due ore di conversazione mi chiese: lei cosa voleva fare da piccolo. E io: il burattinaio. Meglio fare il burattinaio che il burattino, non le pare?
Io sono nella vita esattamente come appaio in tv: un ignorante che si è fatto da solo.
La RAI? È un covo di raccomandati.
Emilio Fede? Prima ero critico, ma adesso comincio ad apprezzarlo. È un baluardo per la democrazia e per l’informazione.
Lo senti questo profumo, Costanzo? Sono in odore di santità!
La pubblicità è una sinfonia di messaggi, è un mondo di sogni, è arte della comunicazione, si, è arte di trasmettere scemenze.
In televisione chi sbraita e parla a vanvera sembra che non dica nulla, invece qualcosa dice, per esempio afferma l’imbecillità propria e di chi lo guarda.
La tv è senz’altro una grande finestra sul mondo, perciò quando è aperta entra un gran puzza, ma non è un male, soprattutto per i feticisti.
Il fatto che certa gente insulsa scriva o parli a vanvera in tv non è grave, il fatto grave è che questi malsani personaggi trovano chi li segue; è proprio vero l’uomo moderno come i suoi predecessori è fondamentalmente masochista.
Nelle fogne ci sono solo dei topi, ma metteteci delle telecamere e fateci una trasmissione televisiva, ecco che subito si riempiranno di entusiasti protagonisti.
Ogni volta che mi acconcio per una trasmissione mi faccio la domanda definitiva: “Andrei così a cena con gli amici? No? E allora perché devo andarci in TV”?
Trovo la televisione davvero molto istruttiva. Ogni volta che qualcuno mette in funzione l’apparecchio, me ne vado nell’altra stanza a leggere un libro.
La televisione è un mezzo di comunicazione per ogni nazione.
La televisione ha provato che le persone prestano attenzione a qualunque cosa piuttosto che le une alle altre.
Il segreto della pubblicità è la costante ripetitività.
Altro che Mosè, Cristo o Maometto è la televisione il profeta che l’umanità aspettava da millenni.
Quando la gente non ha più niente da dire va in televisione, ma solo quelli che non hanno mai avuto niente da dire possono partecipare ai reality.