Fabio Luciano – Tempi Moderni
Spesso la gente non si fa perdonare, perché pensa di non voler essere perdonata.
Spesso la gente non si fa perdonare, perché pensa di non voler essere perdonata.
Difficile al giorno d’oggi percepire la linea sottile che differenzia un’occasione da una trappola.
Il nucleare, se è sicuro, risolve il problema energetico, se non è sicuro risolve… tutto.
La campagna sanguina per i misfatti dell’intelligenza umana.
Uno straniero povero e venuto in Italia per trovare lavoro si è imbattuto in persone che pur cercando di sfruttarlo gli hanno dato una mano a trovare una sistemazione. Dopo aver tanto faticato questo straniero è diventato benestante ma chi l’ha aiutato ne è diventato invidioso. Come è falsa la nostra carità!
Bello sarebbe sposarsi ogni giorno e mai dormire con la stessa moglie.
Quando i figli crescono vanno via di casa: si comincia in due e si ritorna in due.Anzi, con i tempi che corrono, è già tanto che non ci si ritrovi in uno.
Nulla si assomma al resto, al passato. Ricominciamo sempre.
La tecnologia è semplicemente un mezzo per scappare da una vita di merda.
Essere originali oggi significa essere insignificanti.
Ritengo che le automobili oggi siano tutt’al più l’equivalente delle grandi cattedrali gotiche: le considero la suprema creazione di un’epoca, concepita con passione da artisti sconosciuti, distrutta nella raffigurazione e nell’uso da un’intera popolazione che se ne impossessò come semplice oggetto magico.
L’automobile è diventata un articolo di vestiario senza il quale ci sentiamo nudi, incerti e incompleti.
L’universo comincia a sembrare molto più un grande pensiero che una grande macchina.
Il passato non è morto; non è nemmeno passato. Ce ne stacchiamo e agiamo come se ci fosse estraneo.
Non si sa mai cosa dire nei profili. Sembra come una sfida per cercare originalità mentre invece si cade nella banalità.
Abbiamo superato i limiti del divertimento e della coerenza, ma ormai non ci accontentiamo più neppure dell’infinito.
Quando si vedono volti giovani e belli nelle cronache che impietose raccontano la loro morte, e non se ne vede traccia tuttavia in quegli occhi azzurri, forse già visti in un passato dietro l’angolo, o vili aggressioni addirittura in luoghi sacri come i conventi, mi viene da pensare, forse stupidamente, che essi ci sono ancora in qualche modo, un po’ più ricchi di prima, spiritualmente, perché raccontare la violenza non dovrebbe mai essere cosa gratuita, e vivono ancora nei loro sorrisi e ancora ridono con i loro amici nelle ultime foglie gialle d’autunno.