Antonio Rinaldi – Tempi Moderni
Il senso della misura è perduto, nulla ormai ha il giusto peso nella vita delle persone e questo, da quando la vita stessa non è più la misura.
Il senso della misura è perduto, nulla ormai ha il giusto peso nella vita delle persone e questo, da quando la vita stessa non è più la misura.
Potrai essere colto quanto vuoi, sapiente più di Dio, ma se non hai Google Traduttore che ti permette di comunicarlo al mondo intero, dubito riuscirai ad apparire nei libri di storia.
Prendete un nome di un Dio greco, quello del personaggio di un’opera di qualche tragediografo morto almeno duecento anni fa e buttateli dentro il primo libro che trovate; per finire, condite il tutto con una spruzzata di ambiguo manierismo: eccovi servito il teatro d’avanguardia secondo i ricettari del ventunesimo secolo.
Tempi moderni: amici in casa (social network), telefonino al posto della testa (selfie) e bollette da pagare (calcioscommesse).
Una curva lunga come un respiro, e sei a Boverno. Il filo di campanelle argentate, che lega da parte a parte la strada, augura il suo malinconico Buon Natale in ogni stagione. Segno che il tempo, da queste parti, non passa molto spesso.
Non ho mai indossato tacchi, non perché non mi piacciano, ma perché credo di non aver bisogno di scarpe col tacco per sentirmi superiore a persone che in realtà sono solo piccole piccole.
Affermare che oggi non esistano più le brave persone, sarebbe come dire che non c’è più la musica né il cielo azzurro.
La burocrazia sembra una punizione per gli esseri umani.
Ubriacano più le parole che l’alcool.
I giorni passano in fretta, così rapidi da non rispettare nemmeno le ore.
Molti ragazzi del giorno d’oggi dovrebbero capire che le ragazze non sono un trofeo o una conquista, sono semplicemente creature che completano il nostro essere, il nostro bisogno d’amare, la nostra perfezione, la nostra vita.
Il male di questa epoca è che sono poche le persone che trattano gli altri come tratterebbero loro stessi.
I pregiudizi si generano da uno stereotipo che, a sua volta, si diffonde come un fuoco di paglia.
Sotto molti aspetti, oggi essere onesti sembra quasi un reato; è l’uomo giusto a essere pieno di turbamenti, mentre quello ingiusto continua a vivere serenamente.
Ho imparato a sentirmi libero quanto mi basta, per non accorgermi di essere prigioniero di una libertà apparente.
Penso che la libertà è uno dei termini più oscuri ed ambigui, perché siamo nati già con delle “catene invisibili”, ed un uomo in sé è anche una massa di contraddizioni. Ma all’essere umano è concessa “la coscienza”, mentre, all’umanità “la civiltà”: la consapevolezza di convivenza nell’usare “l’arte pacifica del reagire”, non le azioni barbariche.
L’uomo da sempre, quasi come un dovere, ha la forte tendenza di distinguersi dalla massa. I suoi “oggetti status” rimangono i capi di abbigliamento che indossa, perché la società rimane conformista.