Nicola Dell’Aquila – Tempi Moderni
Rimpiango il tempo in cui, scrivendo una lettera, la persona amata, nel leggerla, entrava nel profondo della tua anima.
Rimpiango il tempo in cui, scrivendo una lettera, la persona amata, nel leggerla, entrava nel profondo della tua anima.
Non tutto è perduto, ma quel che ci resta non basta per tutti.
La bontà è lo zerbino degli opportunisti.
La crisi ha colpito tutti, anche i sentimenti sono diventati poveri di attenzioni.
Non è semplice spiegare perché quando si è soli si è subito spinti da un’enorme compassione verso i più deboli, i non capiti, i derisi, “gli agnelli” potrei dire, mentre quando si è in gruppo a volte basta davvero poco per confondersi nel branco dei lupi.
Diverso non è pazzo.
In questo mondo di ladri siamo tutti complici.
Troppi morti che potrebbero essere evitati, tutto grazie il più delle volte alla negligenza di chi dovrebbe proteggerci, o andare a fondo ai piccoli particolari. Troppa superficialità uccide.
La cultura del pigro si basa sulla sacrosanta ignoranza del suo interlocutore.
Il mondo è stupendo. Sono le troppe cattiverie della gente, che lo rendono di merda.
Sette miliardi di persone, sparse per il mondo, che vogliono tutto. Sette di miliardi di persone che ignorano la realtà preferendogli la fantasia. Che ci piaccia o no, questo è il nostro mondo. Un mondo di individui che lottano per appagare il proprio egoismo, il proprio egocentrismo, il proprio istinto prevaricatore. Un mondo di incurabili e inconsapevoli sognatori.
Sono sempre di più le persone che viaggiano con la mente altrui senza spendere un piccolo neurone proprio: questa è la nuova società, tutto fumo e niente arrosto.
Viviamo nell’era in cui si grida tanto un amore falso, e quello vero lo si tiene spesso in silenzio.
Io sono sempre più convinta che sia contornati da complotti e bugie.
Un mondo che si ostina a leggere un libro, non avrà speranza di leggere un cuore.
Quale parola d’ordine dareste al mondo d’oggi? La più appropriata sarebbe denaro.
Siamo nati in un mondo dominato da essere incapaci di ascoltare.