Alexis Angelo – Tempi Moderni
Nella vita incontrerai più maschere che volti, dissero. Ma i tempi sono cambiati e non è più adatta questa frase. In realtà ora s’addice di più: “nella vita incontrerai più facce da culo che volti.
Nella vita incontrerai più maschere che volti, dissero. Ma i tempi sono cambiati e non è più adatta questa frase. In realtà ora s’addice di più: “nella vita incontrerai più facce da culo che volti.
La stupidità è una malattia, per la quale non si è ancora trovata la cura.
È strano come quelle che sanno attirare l’attenzione di un uomo solo usando il sesso si definiscono donne, chiamando le altre che fanno la stessa cosa, puttane.
Gli alberi ascoltano in silenzio il mondo che piange.
Siamo tutti diventati merce, gli affetti si comprano, le persone si gettano e nessuno sa più dare il giusto valore a niente.
Tutti senza tempo, con mille impegni di lavoro e zero per gli amici. Tutti preoccupati di essere alla moda, vestiti bene, informati dei locali che fanno tendenza. Tutti presi da una sterile apparenza e, poi, una volta a casa, tutti dannatamente soli.
Lo hanno chiamato “divorzio breve” perché “è una cosa così lunga che è meglio che la finiamo qui” pareva brutto.
Si perde tanto tempo a scegliere il colore giusto del piercing labiale in base al colore dei denti, il colore della borsa in base alle scarpe, il colore dei capelli in base all’incarnato, e così poco tempo, invece, ad abbinare un cervello a quell’involucro di esteriorità.
Siamo la generazione che non riesce a guardarsi negli occhi dal vivo, ma poi scriviamo poesie d’amore su whatsapp.
Tutti a consolare le lacrime del coccodrillo ignorando i figli che si è divorato: che tempi!
In un modo o nell’altro dovremmo essere riconoscenti al traffico. Se di tanto in tanto riflettiamo è anche merito di quest’ultimo.
Per qualche strana ragione il nostro lato selvaggio, che ci permetteva di sopravvivere tra gli altri esseri viventi e di cacciare, si sta sempre più rivoltando contro di noi a tal punto che più ci civilizziamo e più infieriamo contro i nostri simili, come facevamo un tempo con le nostre prede.
In Italia, nelle scuole, possiamo avere quanta cultura vogliamo, gli insegnanti sono bravi, anzi bravissimi, ma il sistema scolastico non dà stimoli per integrare l’essere umano, basta vedere che tecnologicamente sono anni luce indietro. Forse per questo tendono a far imparare più teoria che pratica, poi a fine anno scolastico in pochi hanno sbocchi lavorativi. Ovvio, si prendo ragazzi che si sono diplomati con il massimo dei voti. Ma vedete negli Stati Uniti, i grandi rivoluzionari non hanno nessuna laurea, eppure usiamo i loro prodotti all’ordine del giorno.
Poi ci sono quelli che hanno Twitter, Whatsapp, Facebook, ecc., ma preferiscono chiamarti e ti dicono persino: che bella, la tua voce.
In questa nostra società, in cui si rincorrono sempre nuovi modelli, si sceglie badando più all’apparenza che all’essenza.
Sii chi tu sei, non un eco di ciò che gli altri desiderano o si aspettano da te.
Erano gli anni in cui tutto bene era ordinario. Oggi sono gli anni in cui se tutto va bene siamo vivi e questo è straordinario. L’unica nota positiva che non è cambiata dal ieri ad oggi è la voglia di vivere in un mondo più unito, pieno di consapevolezza, senza ombre e pieno di luce.