Thomas Hardy – Libri
Un romanzo è una impressione, non un argomento.
Un romanzo è una impressione, non un argomento.
Qui, ora, Alvina, Stargirl: ogni cosa si dissolse come una nuvola di schiuma. Ero uscita da me stessa. Non ero in nessun luogo, ero dappertutto. Niente quando. Niente poi. Nient’altro che adesso. Esistevo in uno stato così rarefatto da sfuggire alla presa della memoria.
Anche se non fosse riuscita ad evadere, era felice di sapere che non sarebbe rimasta sola nella sua prigionia.
Il battito del suo cuore… è… incredibile. Le sue pulsazioni sono diventate così irregolari… a sentirle, comincia a battere il cuore persino a me.
Poche cose impressionano un lettore quanto il primo libro capace di toccargli il cuore. L’eco di parole che crediamo dimenticate ci accompagna per tutta la vita ed erge nella nostra menoria un palazzo al quale – non importa quanti altri libri leggeremo, quante cose impareremo o dimenticheremo – prima o poi faremo ritorno.
Beatrice si svegliò con l’amara sensazione di non avere desideri e la fortissima nostalgia dei tempi in cui si svegliava con l’amara sensazione di non riuscire a far avverare i propri desideri.
Questo è un concetto che la cultura occidentale ha dimenticato: tutto è uno! L’idea della dicotomia è profondamente sbagliata e niente meglio di un grande simbolo cinese, la ruota dello yin e dello yang, rappresenta la vita: l’universo è l’amornia degli opposti, perché non c’è acqua senza fuoco, non c’è femminile senza maschile, non c’è notte senza giorno, non c’è sole senza luna… non c’è bene senza male! E questo simbolo è perfetto perché il bianco e il nero si abbracciano e all’interno del nero c’è un punto del bianco e all’interno del bianco c’è un punto del nero.Pensa ad una faccenda sulla quale non riflettiamo mai, noi che perseguiamo il piacere in ogni modo: non c’è piacere senza sofferenza e non c’è sofferenza senza piacere. Solo quando capisci questo godi del piacere e accetti la sofferenza! Noi non accettiamo che la nostra vita abbia in sé la sofferenza. Non l’accettiamo, non ci piace! E allora pasticche contro questo, iniezioni contro quell’altro, droga, gioie effimere… per nascondere la verità che è accanto al piacere: la sofferenza. […] La cura è un’altra. Non è la cura, è la guarigione che cerco, e la guarigione è la ricostituzione dell’equilibrio.