Thomas Hobbes – Morte
Sto per intraprendere il mio ultimo viaggio, un grande salto nel buio.
Sto per intraprendere il mio ultimo viaggio, un grande salto nel buio.
La vita livella tutti gli uomini. La morte rivela gli eminenti.
E vivrai per sempre, nelle nostre menti che si chiedono un senso, che si trascinano avanti e trovano la forza nel barlume d’infinita bellezza che ci hai lasciato per sempre, nonostante il tuo corpo non viva più, ma il tuo ricordo vibri ancora potentemente.
Dal mio corpo in putrefazione cresceranno dei fiori e io sarò dentro di loro: questa è l’eternità.
Prima quando moriva una persona stimata si scriveva “è morto un buono”, adesso invece aggiungono al “buono” “a nulla”, i buoni non servono, se non a far vivere meglio i furbi.
Che belle le frecce! Scoccate dall’arco della vita, sembra poterne orientare la direzione come meglio si desidera; le frecce sono le emozioni che, puntualmente, scocchiamo perché sentiamo il profumo della vita… perché desideriamo quella vita. Però, non sempre le frecce scoccate puntellano la vita – o meglio – puntellano proprio come il mare quando giunge sulla sabbia e ne inverte i granelli. La freccia di Gianni avrebbe voluto “fermare” sulla terra il papà, eppure il mare aveva invertito l’emozione della vita. Comunque, una vita solo perché non compare non significa che scompare.
C’è l’Africa che muore mentre nascono le città.