Tom Stoppard – Morte
I cattivi finiscono in un modo infelice, i buoni in modo sfortunato: questo è quel che significa la tragedia.
I cattivi finiscono in un modo infelice, i buoni in modo sfortunato: questo è quel che significa la tragedia.
Verrà il giorno in cui verremo tutti messi nudi davanti all’onnipotente e solo lì in quel contesto la cattiveria, il cinismo, l’arroganza, l’invidia e tutto quello che ci gira attorno spariranno, resteremo nudi di ogni sentimento, nudi con il solo pensiero di avere sprecato una vita intera nel continuo odiare criticare e giudicare. Ora siamo tutti uguali quassù e diciamocela tutta, a cosa è servito il tutto se poi alla fine ci ritroviamo tutti qui? La morte.
Vorrei per gioco strapparmi il cuore, e cogliere in quel lungo e intenso attimo l’essenza di quel dolore, che a volte si prova per un’amore perduto o ancora peggio per un amico deceduto. Per l’emozioni vissute che sembran sbiadite dal tempo tiranno che l’ha logorate, ma mai cancellate. Sfoglio nel diario dei ricordi, trovo gli amici che avevo, l’incontro oggi in un triste mutismo, ma mamma mia allora quanto ridevo, un lacrima inumidisce il mio viso, che con il mio cuore i ricordi aveva sfogliato, per trovare un amico ormai sopito in un sonno eterno e nel marmo scolpito.
Il pianto offusca le proprie colpe e permette di accusare, senz’obiezioni, il destino.
Non ti preoccupare della morte, quando ci arrivi, perché non lascia impronte.
La vita dei morti sta nella memoria dei vivi.
Se dovessimo abolire la pena capitale, mi piacerebbe vedere cosa farebbero per prima cosa i miei amici assassini.