Vincenzo Costantino – Tristezza
Certe sere sono cosi: ti guardi intorno circondato da persone ed è come essere solo.
Certe sere sono cosi: ti guardi intorno circondato da persone ed è come essere solo.
Dolore, delusioni di vita, e molti ne portano il peso più di quanto vorrebbero.
Lascia che la sofferenza ti cambi, ma mai in peggio, né nei tuoi confronti né in quelli degli altri.
Ad un certo punto il cuore non ha più posto per altro dolore.
Se piangere fa bene allora sono sana come un pesce. Se le batoste fanno crescere il mio livello di maturità è altissimo. Se donare fiducia e amore senza pretendere è un atto di umiltà allora potrebbero farmi Santa! Non imparerò mai io… non imparerò mai! Tutto si impara nella vita, ma non a non soffrire! Questo non si impara e non si imparerà mai!
Ognuno vive il dolore a modo suo: quello che per me è superficiale, per un altro potrebbe essere letale.
Il lamento non risolve i nostri problemi, ne aggiunge altri per il domani, perché per ogni minuto speso a lamentarci avremmo già risolto altri problemi, che invece andranno ad accumularsi a quelli già esistenti.
Poi, arriva la tristezza. Non ti accorgi quando arriva ma la scorgi e non puoi fare altro che attendere perché, comunque, arriva.
Puoi dimenticare il dolore, ma non di aver sofferto.
Anche con il perdono spesso le vecchie ferite restano vive.
Il problema non è farsi del male, ma fare del male. Su di me so misurare e sopportare l’intensità di ogni dolore, ma donarlo ad altri è altra cosa.
Le ferite dell’anima restano sempre vive, ti consumano lentamente anche quando sembrano “dormire”.
Anche chi è senza cuore può svegliarsi una mattina con il cuore che sanguina.
Il dolore riesce sempre a resuscitare.
Il dolore, un tempo che si consuma lontano dal tuo cuore, dove l’infinito sogno non lascia alba alle mie interminabili notti.
Le lacrime versate dal cuore son i dolori rilasciati dall’anima.
Alcune ferite restano ferite anche oltre questa vita.