Antonio Belsito – Tristezza
Poi, arriva la tristezza. Non ti accorgi quando arriva ma la scorgi e non puoi fare altro che attendere perché, comunque, arriva.
Poi, arriva la tristezza. Non ti accorgi quando arriva ma la scorgi e non puoi fare altro che attendere perché, comunque, arriva.
Puoi dimenticare il dolore, ma non di aver sofferto.
Anche con il perdono spesso le vecchie ferite restano vive.
Il problema non è farsi del male, ma fare del male. Su di me so misurare e sopportare l’intensità di ogni dolore, ma donarlo ad altri è altra cosa.
La sofferenza mi ha insegnato sbagliando che mettermi in gioco per qualcuno mi rende più forte arrivando un giorno a fregarmene, a non piangere. Aspetterò quel giorno continuando a sbagliare!
Vorrei capire dove vive la felicità, vorrei chiederle perché da me non viene mai e che cosa ho fatti di male per non meritarmi da lei anche un minimo di considerazione.
Non sono i segni del viso che ti parlano di me, ma le ferite che mi porto nel cuore.
Non sempre ciò che vediamo non ciò che realmente è, il sorriso può essere semplicemente una maschera per il dolore e le lacrime un modo per trarre in inganno chi potrebbe crederci.
Le parole fanno male, il dolore che possono infliggere certe parole è peggiore di quello che potrebbe provocare uno schiaffo in faccia, ed incassarle da chi pensavi ti fosse amico è ancora peggio.
Il dolore è un suggeritore di poesia, ti sporca la pelle per decantare la purezza dell’animo.
Chi ha molto sofferto nella vita non esprime ciò che prova per timore di soffrire ancora. Si tiene tutto dentro e soffre ancor di più. Un improvviso abbraccio è la cura a tutte le sue paure.
Possiamo decidere di guardare il dolore farci a pezzi o tentare di fare a pezzi il dolore.
Ogni mattina cerco il volto dei miei vent’anni ma nello specchio, irrimediabilmente, mi appare sempre uno sconosciuto.
Tutto passa, ma il dolore resta.
Io parlo sempre di “forza” nei miei post, e magari posso apparire una donna con le spalle forti. Beh, non la sono. Non sono forte, sono fragile, sono come un bimbo appena nato, e non posso fare diversamente. Mi spiace.
Ho masticato la sofferenza così a lungo che sono arrivato ad un punto da non poterne più fare a meno.
La sensazione più triste è sentirsi un’ombra, essere guardata con la coda dell’occhio, come qualcosa, che passa, ma non attraversa.