Andrea De Candia – Tristezza
La felicità è così confusa, eppure l’infelicità è così chiara.
La felicità è così confusa, eppure l’infelicità è così chiara.
Le persone che sembrano le più forti sono dentro le più deboli.
È strano come una situazione, un momento particolare della vita, possa farti cambiare. È strano come una situazione possa portarti a pensare che qualcuno abbia preso in giro i tuoi sentimenti, ma forse non immagina che in quel determinato momento tu possa stare male, possa soffrire dentro da volerti chiudere in te stessa. Potessi avere la bacchetta magica vorrei tornare indietro in quel preciso istante, stringerti forte a me e dirti che il bene che provo per te è immenso e sincero.
Vorrei aprire le porte del mio cuore. Lo voglio fare! Però non ci riesco, ho paura di essere ferita altra volta.
Continuano a dire che il tempo cura tutte le ferite. Non è vero. Il tempo non cura niente. Per quanto tu ti possa sforzare il dolore rimane, rimane dentro di te. È un dolore che ti logora dentro e, per quanto tu cerchi di prevalere, il dolore vincerà sempre.
Cercando la felicità della mia infanzia ho trovato la disperazione di non poterla riavere.
Non ho smesso di credere all’amore, ma alle bocche che senza credo che lo pronunciano.
Puoi provare a dimenticare il dolore, puoi tentare di soffocarlo con piccoli attimi di felicità, ma non potrai mai cancellarlo totalmente dal cuore. Lui rende indelebile ogni sentimento.
Vorrei affogare i cattivi pensieri ogni volta che tornano, ma loro riaffiorano dal mare della tristezza e continuano a vivere in ogni angolo della mia vita.
Le lacrime non fanno rumore, ma lasciano un boato nell’anima.
È difficile prevedere quando cesserà la pioggia.
Vorrei solo prendere il dolore, strapparlo e buttarlo via nel mare.
Se c’era un casino sotto questa pelle a chi importava? Gli bastava poco per convincersi di sapere tutto, tipo un sorriso.
Soffrire è piangere nel cuore e nell’anima, senza mostrare le lacrime. Credo sia la peggiore delle sofferenze, poiché silenziosa, ed invisibile.
Dopo che è stato dato cuore e anima, tutto svanisce in un vuoto senza vie d’uscita e si è soli ad affrontare tal sofferenza.
Com’era facile da piccola far sparire i dolori. Mi sedevo in un angolo per terra e abbracciavo le mie ginocchia, poi piangevo. Un pianto disperato e liberatorio. Alla fine si tirava su il naso e si pensava: beh, non sarà la fine del mondo. Adesso è tutto maledettamente complicato, così complicato che preferisci pensare che sei troppo grande per abbracciare le tue ginocchia, invece di ammettere che adesso, non sei più in grado di tirare su col naso e andare avanti.
È grande il vuoto che sento in me ed è tanto il bisogno che ho di te.