Giorgio De Luca – Tristezza
Togli quella benda dagli occhi che ti oscura la vista e ritrova te stesso.
Togli quella benda dagli occhi che ti oscura la vista e ritrova te stesso.
Di lui avevo accettato tutto, anche la sua assenza.
Ricordate che il mondo è falso se vi appare felice e spensierato, perché quello vero è amaro e triste.
Il sogno si è spezzato, mi sono svegliato e ho notato che la vita non è proprio ciò che avevo immaginato.
Il dolore è una lezione che non si fa dimenticare.
Buoni si nasce. Cattivi si diventa dopo aver preso infinite fregature da tutte quelle persone che si reputavano gentili, educate e soprattutto sincere.
Ti reputavo una bella persona, ma ora che ho visto come sei realmente ho scoperto che in fondo sei vuota e senz’anima.
Vorrei dire “sorrido perché finalmente sono felice”. Ma non e cosi.
Mi aspettavo poco, non ho ricevuto niente, ma me ne vado via con tutto quello che ti avevo portato.
Solo chi ha più cuore sente il silenzioso battito di dolore.
Non so più essere felice ogni volta che il calore della spensieratezza mi scalda, arriva il vento della malinconia lasciandomi addosso brividi di tristezza.
Il meglio deve ancora venire, ma mi sa che il mio si è perso.
Una persona che non usa il cuore non saprà mai cosa vuol dire avere il cuore a pezzi, basta poco per deludere noi persone sensibili, così come basta una parola gentile per farci sorridere. A differenza di loro noi usiamo il cuore, mentre loro la bocca.
Piangere per amore che senso ha, ti chiederai. Ma quando nasci, perché piangi? Te lo sei mai chiesto? Quando provi le prime cotte, perché piangi? Quando un dolore ti spacca il cuore, perché piangi? Piangere libera l’anima, piangere purifica l’essenza, piangere non ti fa debole ma ti rende forte, tanto forte da poter piangere ancora per amore.
Quando hai nel cuore il gelo di un’addio, non ti riscalda nemmeno il sole d’agosto.
E poi arriva quel momento in cui ti accorgi che non ne valeva la pena e ti senti vuota, frastornata. Perché hanno questo potere le delusioni. Lasciano dei vuoti così profondi, che non sai mai come poterli riempire.
È quando speri e vorresti essere qualcosa in più che ti rendi conto in fondo di non essere nessuno.