Valentina Librizzi – Stati d’Animo
La verità è che non ci sentiremo mai completamente appagati, perché avremo sempre la sensazione che manchi qualcosa.
La verità è che non ci sentiremo mai completamente appagati, perché avremo sempre la sensazione che manchi qualcosa.
Chissà cosa sente la foglia che si stacca dal ramo, benché le sue nervature apparissero salde nell’innesto, invece, guardarsi morire la speranza del verde ed arrivare alla secchezza dell’arido, inquietante, malaticcio giallognolo e tentennare nella sospensione del refolo che, sadico, pone in prospettiva lo schianto, ma perpetua il senso del precipitare nella stasi della vertigine. Aspiriamo al nitore degli approdi, delle definizioni perentorie dei verbi nella coniugazione d’un passato prossimo che ci faccia chiudere gli occhi in segno di rassegnazione, evitando il gerundio della paura. Sta cadendo.
Non cerco vendette ma giustizia. Non desidero il male altrui ma una giusta ricompensa. Verso quelle persone che non solo se ne approfittano dei cuori buoni e sofferenti facendogli male semplicemente per soddisfare la loro sete di appagamento del suo cuore ferendo.
Nell’istante in cui nel mio cuore si è aperta una grossa ferita, le persone in cui credevo di più hanno iniziato a spargerci sale fino a far indurire l’anima mia.
C’è in me un nucleo da proteggere, fatto di immagini, sensazioni sottili, vibranti emozioni e desideri ardenti di spazi infiniti, nei quali imperversa una musica di parole mute che non si fa voce se non c’è orecchio che possa accoglierla.
C’è una grande forza, quella di lasciare che le cose facciano il proprio corso. Non è della rassegnazione che parlo, bensì della consapevolezza che non possiamo avere il controllo su tutto, ma solo su quello che possiamo.
Stasera guarderò questa stupenda luna che fa capolino da dentro le nubi, così luminosa da scaldare la notte. Le sussurrerò i miei sogni, le confiderò i miei tormenti. Nella speranza che sappia dirmi se si può vivere e morire dentro un sogno.