Valeria Molinaro – Tristezza
La tristezza del passatoè come la tua ombrase non la vediè alle tue spallepronta a riapparirese cambia luceo se ti volti a guardare indietro…
La tristezza del passatoè come la tua ombrase non la vediè alle tue spallepronta a riapparirese cambia luceo se ti volti a guardare indietro…
Occhi nella notte che sperano nella quiete di trovare un appiglio, stringo i pugni perché il sereno della vita non è per me. Spilli pungenti di dolore è la notte che s’insinua tra le pieghe della mente che s’arroventa al lume di una candela, trovando l’ultima rima ad un’agghiacciante poesia. Mani fredde non scaldano la penna, mentre le luce della notte spengono i rumori e finalmente riposano anche le foglie che nel vento danzavano riflesse come cristalli su vetri frantumati. Vorrei annodare i fili dispersi della vita, mi perdo invece nelle paure per cercare me stesso. Vive in me una poesia che mi divora a tradimento, impossessandosi del passato; e mentre inseguo desideri assenti sprofondo nel pozzo della notte che m’inghiotte, chiudo la porta alla luce che il mondo ha lasciato accesa per me.
Tutto passa, anche i dolori più forti.
A volte l’immaginazione è peggio della realtà.
E credevo nella diversità delle persone, ma poi mi accorgo che le pugnalate arrivano proprio da chi non te lo aspetti.
Per essere felici bisogna saper rinunciare a ciò che ci rende felice.
Lei amava molte cose e persone, ma da lontano. Non consentiva a nessuno di avvicinarsi tropo. Viveva con la paura che qualcuno le portasse via il caos della sua solitudine.