Edvania Paes – Viaggi e vacanze
È bello anche tornare a casa dopo qualche giorno da Farfalla. Con tempo per le ultime commissioni, prima di riprendere il lavoro.
È bello anche tornare a casa dopo qualche giorno da Farfalla. Con tempo per le ultime commissioni, prima di riprendere il lavoro.
Quando c’è odore di viaggio nell’aria, preparare lo zaino, prepara alla vita.
Per quanto sia felice di me stesso, invidierò sempre colui che potrà raccontarmi di luoghi che io solo immagino.
Viaggiare non è spostarsi, è leggere quello che incontri.
Molti desiderano viaggiare in altri posti senza aver mai conosciuto la propria fissa dimora.
Fino a quando ci sarà Venezia esisterà l’amore.
Ogni viaggio arriva ad una destinazione, e quella destinazione è la notte, ma ci sono anche destinazioni provvisorie, si parte si arriva, si torna indietro e si sorvola e si riparte ancora; e chi sa mai se un giorno si arriverà veramente a quel maledetto destino che ci siamo sognati.
Non si può compiere un viaggio insieme se non si parte insieme, non si può amare senza essere amati se si vuole giungere alla stazione dell’amore, altrimenti si resta soli ad attendere il treno.
A volte piuttosto che stare fermi si inizia un cammino qualsiasi, un po’ come quando non si sa dove andare in vacanza, e si prenota il primo volo che capita sotto mano. Il problema è che nel viaggio della vita non si sa mai per quale meta si è davvero partiti.
Perché, per andare ovunque, bisogna partire presto.
Il viaggio è una scoperta continua di persone, luoghi, tradizioni che arricchiscono i propri pensieri e contribuiscono ad avere una visione della vita poliedrica della quale ci accorgiamo di essere una piccola parte.
Vedere i cieli che non conosco.
“Tutte le strade portano a Roma” Il vero problema avviene una volta che siamo arrivati.
E cosìarrivammo a Punta Campanellacon soprabito e paltò, sottobraccioe Capri ci salutò all’improvviso, nel cielo tersodopo cinque chilometri sudati di pietretenendoci per manosciroppati con le scarpe da passeggiosorridevamo ai Torinesi, ai Tedeschi, agli Inglesiche ci guardavano allibiti in tute da trekkingannusammo l’aria scattandoci le fotoil vento ci baciava guastandoci i capellistavamo lì, di fronte all’isola distrutti ma felicirimanemmo seduti ricordando quante volteper la stanchezza lo sconforto ed il caloreeravamo stati per tornare indietrosiamo peggio di due muli – dicemmo ridendo.Ricorda, quando stai per tornare indietro ricordanoi siamo quelli di Punta Campanella.
Perché viaggiare non significa necessariamente scappare o evadere dal quotidiano, ma per molti è lo strumento più efficace nel cammino che porta alla conoscenza di sé stessi. Nella mano un po’ di coraggio e in ogni passo un insegnamento.
C’è gente che viaggia per conoscere altre persone; io per conoscere persone migliori.
Per mari e per terre me ne andai, dopo venti anni tornai, il mio nome è Ulisse, ma già lo saprai.