Vincenzo Costantino – Silenzio
Bisogna imparare ad abbattere il silenzio delle parole non capite.
Bisogna imparare ad abbattere il silenzio delle parole non capite.
Ho visto il silenzio, quasi fino ad annegarci dentro. L’ho temuto e accettato fino a quando la mia mano non ha cominciato a scrivere per dargli voce.
Nel silenzio del mio studio, ascolto il rumore incessante di una umanità che cerca se stessa, persa negli anfratti della vita, ha smarrito il senso dell’appartenenza e chiassosa si avvia verso l’oblio, per non sentire il grido di innumerevoli altre anime sole, perse anch’esse, perché nessuno sapeva ascoltarle nel frastuono generale che si generava.
Tu hai lo sguardo di chi la sofferenza ha divorato tutto dentro di te.
Quando il silenzio prese posto alle parole, perenne fu dolor al cuor, nulla potè fermar pensiero mio, poiché mente mia dimenticar di te nulla volle.
Niente è più poetico di quattro righe lasciate vuote per qualcuno. Quando il silenzio suona alla chitarra un brano stridente, dove il tuo cuore ci balla a tempo.
Mi farò silenzio per non disturbare tuoi pensieri, chiedendomi il perché di ogni il mio respiro e di ogni mia emozione. Sarò schiava del tuo silenzio.