Walter Di Gemma – Stati d’Animo
Non ho più parole, solo parolacce.
Non ho più parole, solo parolacce.
Viviamo forse migliaia di emozioni nell’arco della nostra vita, di tante neanche ce ne rendiamo conto, ma filtrano, si innestano, crescono e fioriscono dentro di noi, dandoci modo di comprendere quest’universo di atteggiamenti che costituiscono il nostro essere, questo continuo divenire che è il moto interiore, infinito e mai quieto, della nostra anima.
Lo tengo in tasca, il rancore. Controllo bene di averlo ancora, a volte. Altre invece fingo di averlo smarrito.È che dipende, cambia e poi si estende. Tutto in base al dolore, agli incubi, ai mostri ammassati negli armadi. Il sangue perso in quel modo nessuno te lo riconcede più. E più han fatto soffrire e meno ci pensa a morire, il rancore.
Abbiamo bisogno di persone positive, quelle che sanno regalarci giovamento, quelle che ci apprezzano per come siamo. La vita è già complicata di suo per circondarci e affollarci di persone che non vogliono e non sanno capirci in nessun modo!
Non sono più randagia. Non punto più agli occhi, di faccia, di petto. Ho sbranato con le fauci spalancate, gli artigli acuminati, graffiato con la mia stessa pelle squamata, ora, l’ho cambiata, come un serpente, a sangue freddo, misto a caldo, misto a stanchezza. Mi hanno trapiantato il cuore di un animale, ma adesso, sono letargica. Sono rimasta di schiena, erotica e silente, curva di cuoio rosato e seducente.
A volte resto rapita dai miei pensieri. cerco forse risposte che domande non sono state mai pronunciate, cerco l’infinito, cerco la strada giusta che mi conduca al mio domani!
Ad un certo punto finiscono le lacrime, ma tutto continua a fare ancora male. Perché?
Viviamo forse migliaia di emozioni nell’arco della nostra vita, di tante neanche ce ne rendiamo conto, ma filtrano, si innestano, crescono e fioriscono dentro di noi, dandoci modo di comprendere quest’universo di atteggiamenti che costituiscono il nostro essere, questo continuo divenire che è il moto interiore, infinito e mai quieto, della nostra anima.
Lo tengo in tasca, il rancore. Controllo bene di averlo ancora, a volte. Altre invece fingo di averlo smarrito.È che dipende, cambia e poi si estende. Tutto in base al dolore, agli incubi, ai mostri ammassati negli armadi. Il sangue perso in quel modo nessuno te lo riconcede più. E più han fatto soffrire e meno ci pensa a morire, il rancore.
Abbiamo bisogno di persone positive, quelle che sanno regalarci giovamento, quelle che ci apprezzano per come siamo. La vita è già complicata di suo per circondarci e affollarci di persone che non vogliono e non sanno capirci in nessun modo!
Non sono più randagia. Non punto più agli occhi, di faccia, di petto. Ho sbranato con le fauci spalancate, gli artigli acuminati, graffiato con la mia stessa pelle squamata, ora, l’ho cambiata, come un serpente, a sangue freddo, misto a caldo, misto a stanchezza. Mi hanno trapiantato il cuore di un animale, ma adesso, sono letargica. Sono rimasta di schiena, erotica e silente, curva di cuoio rosato e seducente.
A volte resto rapita dai miei pensieri. cerco forse risposte che domande non sono state mai pronunciate, cerco l’infinito, cerco la strada giusta che mi conduca al mio domani!
Ad un certo punto finiscono le lacrime, ma tutto continua a fare ancora male. Perché?
Viviamo forse migliaia di emozioni nell’arco della nostra vita, di tante neanche ce ne rendiamo conto, ma filtrano, si innestano, crescono e fioriscono dentro di noi, dandoci modo di comprendere quest’universo di atteggiamenti che costituiscono il nostro essere, questo continuo divenire che è il moto interiore, infinito e mai quieto, della nostra anima.
Lo tengo in tasca, il rancore. Controllo bene di averlo ancora, a volte. Altre invece fingo di averlo smarrito.È che dipende, cambia e poi si estende. Tutto in base al dolore, agli incubi, ai mostri ammassati negli armadi. Il sangue perso in quel modo nessuno te lo riconcede più. E più han fatto soffrire e meno ci pensa a morire, il rancore.
Abbiamo bisogno di persone positive, quelle che sanno regalarci giovamento, quelle che ci apprezzano per come siamo. La vita è già complicata di suo per circondarci e affollarci di persone che non vogliono e non sanno capirci in nessun modo!
Non sono più randagia. Non punto più agli occhi, di faccia, di petto. Ho sbranato con le fauci spalancate, gli artigli acuminati, graffiato con la mia stessa pelle squamata, ora, l’ho cambiata, come un serpente, a sangue freddo, misto a caldo, misto a stanchezza. Mi hanno trapiantato il cuore di un animale, ma adesso, sono letargica. Sono rimasta di schiena, erotica e silente, curva di cuoio rosato e seducente.
A volte resto rapita dai miei pensieri. cerco forse risposte che domande non sono state mai pronunciate, cerco l’infinito, cerco la strada giusta che mi conduca al mio domani!
Ad un certo punto finiscono le lacrime, ma tutto continua a fare ancora male. Perché?