Silvana Stremiz – Filosofia
Spesso precipitiamo “nell’inferno” delle non risposte.
Spesso precipitiamo “nell’inferno” delle non risposte.
La caratteristica meravigliosa delle leggende è che esse hanno un inizio, ma non hanno una fine. Anche se trascurate, sono scritte o incise da qualche parte; anche se non sono scritte, il loro ricordo permane oralmente. Tutti noi, per non morire nella nostra identità oltre che nel nostro corpo, dobbiamo renderci protagonisti di leggende, dobbiamo saper lasciare il nostro marchio. Dopotutto, se non lo facciamo, leggendo il nostro nome, i nostri discendenti si diranno: “non ti curar di loro, ma guarda e passa”. È ciò che non vogliamo. Questo sempre ammettendo come vera l’ipotesi di una realtà passata e di una realtà futura che appare sempre più lontana da noi: non è forse il pensiero l’unico legame con il passato che si può trovare in un uomo? Non è forse l’istinto l’unico legame con il passato che si può trovare in un animale? Non è forse nessuno il legame che lega una pietra al passato? Certo mi direte che il tempo l’ha erosa, l’ha mischiata ad altra sabbia, altra roccia ed altra terra, ma lo dite solo perché lo vedete voi. La pietra questo non lo vedrà mai. Lo stesso ragionamento è applicabile al futuro. Stranamente solo il presente si salva. Viviamo in un eterno presente?
Se ami lascialo libero di amarti per quello che sei o libero di non farlo, ma non vestirti mai con l’abito dell’apparenza.
È tipico di una dittatura: quando qualcuno dice qualcosa contro una divinità, si dovrebbe ascoltare prima di tutto cosa ha da dire e accertarsi che abbia ragione, invece di eliminarlo.
Possiamo perdonare un bambino che ha paura del buio.La vera tragedia della vita è quando gli uomini hanno paura della luce.
La parola amicizia è qualcosa di estremamente sacro, più sacro di una qualsiasi religione. È qualcosa che va oltre ogni credo e ogni colore. Nessuno dovrebbe osare intromettersi.
La vita è un tempo che non basta. Scaduto il tuo tempo vorrai ancora tempo.