Jerome David Salinger – Libri
Sento un po’ la mancanza di tutti quelli di cui ho parlato. Non raccontate mai niente a nessuno. Se lo fate, finisce che sentite la mancanza di tutti.
Sento un po’ la mancanza di tutti quelli di cui ho parlato. Non raccontate mai niente a nessuno. Se lo fate, finisce che sentite la mancanza di tutti.
Non ricordo esattamente quando decisi che Konradin avrebbe dovuto diventare mio amico, ma non ebbi dubbi sul fatto che, prima o poi, lo sarebbe diventato. Fino al giorno del suo arrivo io non avevo avuto amici. Nella mia classe non c’era nessuno che avrebbe potuto rispondere all’idea romantica che avevo dell amicizia, nessuno che ammirassi davvero o che fosse in grado di comprendere il mio bosogno di fiducia, di lealtà e di abnegazione, nessuno per cui avrei dato volentieri la vita. Ho esitato un po’ prima di scrivere che “avrei dato volentieri la vita per un amico”, ma anche ora, a trent’anni di distanza, sono convinto che non si trattasse di un esagerazione e che non solo sarei stato pronto a morire per un amico, ma l’avrei fatto quasi con gioia.
Si chiamava ispirazione, dicevano alcuni. A lei sembrava più l’urgenza dei personaggi di arrivare a destinazione, come se l’autore, in realtà, fosse solo il mezzo di trasporto, un corriere espresso delle idee.
Si sentiva in pace; stava vivendo uno di quei momenti dell’esistenza che offre una sola alternativa: perdere il controllo delle proprie azioni.
Nella sua testa ora c’erano solo la rabbia e questo sciocco vuoto da dove premeva il dolore.
Sì è un uomo che amo e che ammiro: lo amo perché è buono, grande, leale; lo ammiro perché rappresenta per me il punto culminante della potenza umana; ma, pur amandolo e ammirandolo, lo temo e lo prevengo.
Io credo alla gente che legge, e vive i suoi libri. Perché se non hai vissuto mille vite non ti potrò credere quando racconterai la tua. Non ti crederò quando mi dirai che mi capisci. Se hai vissuto mille vite, allora potrai avvicinarti alla mia e lì ti crederò. Ti crederò quando dirai che sai cosa provo, che mi puoi dare un consiglio. Ti crederò perché assaporerò le virgole e le pause anche nei tuoi discorsi orali, sarai credibile; come un libro. Un libro bello, pregno, denso di parole, di emozioni. Ti crederò perché non è l’ambientazione che dev’essere reale, ma la storia. Come un libro fantasy potrà essere sempre più credibile di uno storico, io crederò a te quando parlerai come un libro. Perché sentirò le tue mille vite, vivrò i tuoi dolori, mi avvicinerò alle tue passioni, capterò il senso delle tue parole, vedrò i visi dei tuoi amici e dei tuoi amori, darò una forma agli episodi, entrerò nella tua storia. E ti crederò.