Fatima Mernissi – Libri
Devi imparare a gridare e protestare, proprio come hai imparato a camminare e parlare. Piangere davanti agli insulti è come chiederne ancora.
Devi imparare a gridare e protestare, proprio come hai imparato a camminare e parlare. Piangere davanti agli insulti è come chiederne ancora.
Scusami se te lo dico, ma a volte è più facile confidarsi con un estraneo.
Or che s’aspetta? Soccorrer qui, non lacrimare accade.
Ancora una volta, sentiva che la vita la trattava in maniera diversa dalle altre persone: le forniva molteplici occasioni affinché potesse conseguire un risultato ma, quando era ormai prossima alla meta, il terreno si spalancava sotto i suoi piedi, e lei veniva inghiottita.
Ormai avrei dovuto esserci abituata, e tuttavia non era così. Avevo la sensazione che Edward fosse il genere di persona a cui era impossibile abituarsi.
È bella di notte la città. C’è pericolo ma pure libertà. Ci girano quelli senza sonno, gli artisti, gli assassini, i giocatori, stanno aperte le osterie, le friggitorie, i caffè. Ci si saluta, ci si riconosce, tra quelli che campano di notte. Le persone si perdonano i vizi. La luce del giorno accusa, lo scuro della notte dà l’assoluzione. Escono i trasformati, uomini vestiti da donna, perché così gli dice la natura e nessuno li scoccia. Nessuno chiede conto di notte. Escono gli storpi, i ciechi, gli zoppi, che di giorno vengono respinti. È una tasca rivoltata, la notte nella città. Escono pure i cani, quelli senza casa. Aspettano la notte per cercare gli avanzi, quanti cani riescono a campare senza nessuno. Di notte la città è un paese civile.
Quanto alle vostre donne, certo, esse non piangono con alte grida come nelle altre città e sopportano con forza le sciagure, ma credi che non sentano il dolore?