Daniel Pennac – Libri
E ho capito che era finita con la stessa chiarezza con cui, secondo Bergson, si sa l’istante in cui comincia.
E ho capito che era finita con la stessa chiarezza con cui, secondo Bergson, si sa l’istante in cui comincia.
Ma niente può cambiare i nostri passi perduti.
Marzia si augura che questo viaggio l’aiuti a innalzare il muro che la separa dai ricordi, tanto alto quanto basta per non vederli più anche stando in punta di piedi.
Così è la vita: ci sono i conosciuti e gli sconosciuti. I conosciuti ci tengono a farsi riconoscere, gli sconosciuti vorrebbero rimanere tali, e a tutti e due va male.
Ma questo c’entra come i cavoli a merenda – perché ne parlo? Chiedetelo alla mia penna è lei a dominarmi, io non la domino.
Ormai Aschenbach conosceva ogni linea e ogni atteggiamento di quel corpo così squisito e così liberamente rivelato; salutava con gioia sempre nuova ogni bellezza già nota, e non si saziava di ammirare con delicato piacere dei sensi.
Il mondo stesso è un posto strano. E difficile. E talvolta sfortunato.