Bernardo Panzeca – Morte
L’uomo dovrebbe essere tumulato nella propria cantina. È lì che dimora la sua storia.
L’uomo dovrebbe essere tumulato nella propria cantina. È lì che dimora la sua storia.
La morte non è niente.Non conta.Io me ne sono solo andata nella stanza accanto.Non è successo nulla.Tutto resta esattamente com’era.Io sono io e tu sei tu e la vita passatache abbiamo vissuto così bene insiemeè immutata, intatta.Quello che siamo stati l’uno per l’altro,lo siamo ancora.Chiamatemi con il mio vecchio nome.Parlate di me con la facilità che avete sempre usato.Non cambiate il tono della vostra voce.Non assumete un’aria forzata di solennità o di dolore.Ridete come abbiamo sempre risodegli scherzi che facevamo insieme.Sorridete, pensate a me e pregate per me.Fate che il mio nome rimanga per semprequella parola familiare che è stata.Pronunciatelo senza sforzo,senza che diventi l’ombra di un fantasma.La vita significa tutto ciò che ha sempre significato.È la stessa che è sempre stata.C’è una continuità assoluta, ininterrotta.Cos’è questa morte se non un incidente insignificante?Perché dovrei essere lontana dal vostro cuoredal momento che non sono con voi?Vi sto soltanto aspettando da qualche parte,molto vicino, appena svoltato l’angolo.Va tutto bene.
Bisogna morire più volte a se stessi, prima di iniziare a vivere.
Non ho mai pensato seriamente alla mia morte ma morire a posto di qualcuno che amo è un buon modo per andarsene.
Uccidersi dentro è l’unico omicidio concesso perché silenzioso.
Morto io, accidenti a chi resta.
La morte é un sonno eterno.