Stefano Baldi – Morte
L’inutile vita di Luca Lazzarini, detto Lazzaro, si arrestò alle ore quattordici e trenta del giorno otto febbraio duemilaotto.
L’inutile vita di Luca Lazzarini, detto Lazzaro, si arrestò alle ore quattordici e trenta del giorno otto febbraio duemilaotto.
L’uomo teme la morte eppure non dovrebbe. Il nulla non può far paura.
Muoiono solo gli stronzi. Certo un momento di stronzaggine prima o poi capita a tutti. A me sarebbero bastate due vite: una per capire, una per agire.
Muoiono le persone, non i legami forti. Anzi nemmeno le persone muoiono a meno che non le estromettiamo dal cuore.
Oh Cristo, cosa hai portato all’interno della matrice di tuo Padre?
Quando nasci, più che un maschio o una femmina, per il sistema nasce uno studente ignorante, un consumatore, un contribuente, un vecchio da mantenere e da seppellire.
Qualsiasi cosa sua le provocava il pianto: il pigiama sotto il guanciale, le pantofole che le erano sempre sembrate da infermo, il ricordo della sua immagine che si spogliava in fondo allo specchio mentre lei si pettinava per coricarsi, l’odore della sua pelle che avrebbe persistito sulla sua a lungo dopo la morte. Si fermava a metà di qualsiasi cosa stesse facendo e si dava un colpo con la mano sulla fronte, perché all’improvviso ricordava qualcosa che aveva dimenticato di dirgli. Le venivano in mente di continuo le tante domande quotidiane a cui solo lui avrebbe potuto rispondere. Una volta lui le aveva detto una cosa che lei non riusciva a concepire: gli amputati sentono dolori, crampi, solletico, alla gamba che non hanno più. Così si sentiva lei senza di lui, sentendolo dove non c’era più.