Alessandro Bon – Morte
Io non temo la morte, in quanto statica. Io temo il vivere, perché è un progredire, un divenire continuo di sentimenti ed esperienze che ci arricchiscono o depauperano.
Io non temo la morte, in quanto statica. Io temo il vivere, perché è un progredire, un divenire continuo di sentimenti ed esperienze che ci arricchiscono o depauperano.
Di solito un uomo non pensa alle sensazioni che prova una donna, sia nell’anima che nel corpo, quando è con lei. Non si chiede come viva l’amore, cosa provi quando lui entra in lei, quando la abbraccia, quando la bacia. Per me è poesia avere accanto una donna che mi apre la sua anima, che apre a me il cuore. Mi permette di allargare lo spettro delle emozioni che conosco, mi permette di amarla di più, di essere un uomo completo.
Quella sensazione di sangue pesante e denso nelle vene, quel dolore di cuore che impetuoso riflette la mia anima opaca, oggi è un altro giorno senza di te, donerei millenni per poter stare di nuovo un ora tra le tue braccia nonna.
Quando sei nato tutti ridevano ma tu piangevi, quando morirai tutti piangeranno ma tu… Riderai!
Come gli altri anch’io andrò. Non sapendo dove. Nel silenzio del perché.
Uomo ricorda che morirai, perciò vivi, vivi più che puoi, perché la vita non è eterna, ma vivendo la renderai tale.
La morte è spaventosa, ma ancor più spaventosa sarebbe la coscienza di vivere in eterno e di non poter morire mai.