Giuseppe Aloè – Morte
Nei grandi lutti nessuna parola è di conforto. Meglio un vasto silenzio, un deserto delle parole.
Nei grandi lutti nessuna parola è di conforto. Meglio un vasto silenzio, un deserto delle parole.
Fare la guerra è una cosa, uccidere un uomo è un’altra.
Diciamo di ammazzare il tempo come se, purtroppo, non fosse il tempo ad ammazzare noi.
Siamo così terrorizzati dall’incertezza sul futuro, che il pensiero della morte ci fa sempre meno paura.
Non é importante il modo in cui in uomo muore, ma quello in cui vive: l’atto di morire non é importante, dura così poco.
La morte; cos’è la morte?Un’angoscia per alcuni, un tormento per altri, l’incontro con Dio per i più, l’inutilità del nostro passaggio, troppo breve, per i rimanenti…La morte; non è forse il più grande degli appuntamenti a cui l’uomo è chiamato?Venire al mondo e morire; due modi che trovano tante congiunture: il bianco e il nero, il sole e la notte, il bene ed il male… non sono queste somiglianze della vita che ci fanno capire che facciamo parte di questa grande “giostra” dove ognuno ricopre un ruolo ben preciso?Perché angosciarci, patire, soffrire, trovare disperazione da ciò che è l’elemento più naturale nello stesso modo in cui veniamo al mondo?La morte nient’altro è che la somma delle somme del calcolo che si è compiuto durante il percorso di ognuno: la vita.La morte & la vita; la vita & la morte: stessa natura, essenza, emozione nate dalla condizione dell’alternarsi dell’una e dell’altra.Impariamo ad accettare la morte come accettiamo la vita in qualunque modo ella si presenti poiché, non potendo rispondere al più grande mistero dell’umanità, mi accontento di amare la vita come la morte essendo l’una conseguenza dell’altra e prodotto di un’energia finale che conduce verso quella condizione esattamente uguale a quando non si è ancora venuti al mondo; “il mistero dei misteri”, “il ritorno alla sublimazione del nulla”.Impariamo dalla morte; aiuta a vivere la vita che ci è stata concessa.
I cimiteri sono pieni di persone insostituibili visitate da gente che le ha sostituite.