Roy Arundhati – Morte
È strano come a volte il ricordo della morte sopravviva molto più a lungo della vita che essa ha rubato.
È strano come a volte il ricordo della morte sopravviva molto più a lungo della vita che essa ha rubato.
La morte ti sovrasta: fin tanto che vivi, fin tanto che puoi, sii buono.
Anche se quello che si ama si perde l’amore non si dimentica e la morte non avrà più dominio.
La vita è un lungo conto da pagare con la morte. La morte è un invito gratuito alla mensa dell’ignoto.
Non muori quando la tua anima abbandona il tuo corpo. Cambi solo dimensione. Sei davvero morto quando la tua anima ti resta indifferente.
Siamo tutti un po’ matti, quanto basta per non impazzire di fronte al pensiero della morte.
Io riuscii a mentire a mio padre, non la mia mano. “Puoi farmi la barba?” – domandò mio padre. Andai in bagno, presi il rasoio e la schiuma, un asciugamano e tornai da lui, steso nel letto del reparto dei malati terminali. Gli spalmai un po’ di schiuma. La mano tremava, non riuscivo a fermarla. Mio padre prese il rasoio dalla mia mano e disse: “Guarda, si fa così.” Io avevo quarantasei anni e mio padre, il giorno dopo, era morto.