Carl William Brown – Politica
Il politico in verità è un attore, a volte comico, a volte drammatico, ma sempre “hypocritès”.
Il politico in verità è un attore, a volte comico, a volte drammatico, ma sempre “hypocritès”.
Penso che ogni tanto qualche scappellotto ci voglia per questo tipo di bambinacce. L’elemento della truffa è quello che più mi colpisce. Non c’è stata e non c’è fino ad ora –se ci sarà lo dirò– una censura della Rai e del cattivo Berlusconi contro la satira della Guzzanti. C’è stato un tentativo evidente di guadagnarsi la censura da parte della Guzzanti, che ha associato alla satira, cioè al suo mestiere, un altro mestriere, quello del comizio politico “de paese”, “de borgata”, quello violento, duro, in cui le è scappata anche la famosa espressione “razza ebraica”, perché la ragazza è molto ignorante. La cosa che mi dispiace è la violazione del sacro canone del mestiere dell’attore. Uno fa la satira, punto e basta. Se uno attraverso la satira – come avvenne con Daniele Luttazzi – vuole fare campagna elettorale a favore del proprio partito, non va più in televisione. Molto semplice: non è censura, sono regole, regole sane.
Ogni potere emana dal popolo, e non torna più.
La democrazia è la volontà di non arrendersi di fronte a qualsiasi forza, a qualsiasi potere che pretende di essere irresistibile.
L’abisso non è fra classe politica e cittadini, ma fra cittadini vicini alla classe politica e cittadini senza santi in paradiso.
Solo una mente disciplinata può davvero discernere la realtà. Tu pensi che la realtà sia un qualcosa di oggettivo, di esterno, qualcosa che abbia un’esistenza autonoma. Credi anche che la natura della realtà sia di per se stessa evidente. Quando inganni te stesso e pensi di vedere qualcosa, tu presumi che tutti gli altri vedano ciò che vedi tu. Ma io ti dico, Winston, che la realtà non è un qualcosa di esterno, la realtà esiste solo nella mente e in nessun altro luogo. Non nella mente individuale, che è soggetta ad errare ed è comunque peritura, ma bensì in quella del Partito, che è collettiva e immortale. La verità è solo ciò che il partito ritiene vero. Non è possibile discernere la realtà se non attraverso gli occhi del partito.
Il carcere è quel posto in cui perdi ogni rispetto per la legge. Ciò accade perché la vedi in tutta la sua crudezza, nuda, distorta, piegata, ignorata, gonfiata oltre ogni proporzione per andar bene a coloro che la mettono in pratica.