Anna Maria D’Alò – Stati d’Animo
Chiudi gli occhi e vestiti di emozioni, colora il tuo volto dei sogni che danzano dietro le tue palpebre chiuse e destati nel tuo Eden.
Chiudi gli occhi e vestiti di emozioni, colora il tuo volto dei sogni che danzano dietro le tue palpebre chiuse e destati nel tuo Eden.
Come il tempo mi specchio nella vita. Devo ammetterlo tante volte non riconosco ciò che vedo riflesso nello specchio. Un involucro che nasconde ciò che c’è dentro. Aggrappata a una realtà che rende prigioniere le mie parole, ricompongo brandelli di un passato che amareggiato non riesce condividere il futuro. Stanca e delusa, mi rifugio nelle mie incognite, un mondo a parte dove maschere, incomprensioni e paure attendono il prossimo viaggio.
Io posso anche provare a fare la brava, ma certa gente sembra proprio avere un talento naturale nel riuscire anche in 3 secondi a far uscire la “bestia” che è in me. Bella, brava, buona ma mai fessa.
Se guardi in alto e vedi una nuvola solitaria, allora pensa a me, perché io sto sempre coi piedi per terra, il cuore in aria, l’anima in cammino, le mani al cielo e la testa tra le nuvole!
E adesso non mi importa più, sono io, sono questa, sono così perché alla fine in me finalmente ci credo. Dopo essermi tanto “odiata” adesso mi scelgo. Mi scelgo come sono: mi faccio rapire dalle emozioni, sono capace di commuovermi e piangere per una parola o un gesto d’amore. Sorrido a quelle persone che mi hanno fatto del male perché la mia serenità le condanna al loro rimorso. Ho aperto la porta del mio cuore a chi ha saputo come bussare, chiusa invece a coloro che non hanno saputo apprezzare l’amore che vi ha trovato. Il mio cuore è spesso in tempesta ma sono riuscita a non farmi travolgere e resto in piedi.
Ieri, larga era la camicia di ieri, e non ho riconosciuto l’orma del mio corpo zingaro.
Ho provato ad essere ed ad avermi. Monotòno, monosillabica. Un soliloquio imbastito con la me più profonda, a fondo, sprofondata. Dislessica emozionale, con i “ti odio” scritti al posto dei “ti amo”, lettere grandi e piccole, con il disagio e l’imbarazzo di parlarne. Corretta solo in letti di fortuna, ansimata, asmatica. Diaframmatica. Non so confessarmi. Non so assolvermi. Eucarestia che si fa carne e non parola.