Cecilia Seppia – Abbandonare
Capirsi senza conoscersi, a volte è prologo di una storia d’amore. Il contrario invece, è epilogo di addio.
Capirsi senza conoscersi, a volte è prologo di una storia d’amore. Il contrario invece, è epilogo di addio.
Le incomprensioni nascono sempre dalla poca voglia di capirsi o dal poco interesse a farlo. Chi ci tiene ad averti al suo fianco, lo dimostra sempre, cercando un punto d’incontro, un chiarimento, un dialogo. Non aspetta tempo. E se non lo fa, non perdere il tuo tempo ad aspettare, significa solo che non eri cosi importante come credevi. Allora recupera un po’ di dignità: lascia e passa oltre.
E mentre cerco di dimenticare il breve tempo trascorso, il ricordo di te su di me diventa indelebile, e realizzo di essere fottuto.
Alle volte la voglia di fuggire si fa più forte del desiderio di restare.
E finirono per non parlarsi più, così, smettendo di guardarsi negli occhi.
A volte si fa così sottile il confine tra il sentirsi liberi e il sentirsi abbandonati.
Vorrei poter continuare a starti accanto, ma so che non sarebbe possibile, perché nutro già dei sentimenti per te. Non riuscirei ad averti vicina, consapevole che non potrai essere più di quanto tu sia già per me. Ed è per questo che ti devo lasciar andare. Perché con te sarà sempre e solo un “se”, e odierei continuare a fantasticare su di te, una persona con la quale non potrò concretizzare nulla di quello che desidero.
Non dire che hai bisogno di me se poi te ne vai.
Non pensare a chi non ha voluto più accompagnare i tuoi passi. Farai molta più strada da sola che abbracciata a un cuore zoppicante.
Quando ti avvicini al mondo, ti allontani dalle stelle.
Io non mi sento sola anche se tu ti sei allontanato da me poiché vivi nel mio cuore.
Nessuno se ne va via per un niente, la gente, se ne va per scelta e i vigliacchi, lo fanno al minimo pretesto.
Sono di carta. Qualcuno mi ha presa a calci e gettata in un angolo, ma troverò chi mi raccoglierà. Sono di carta e sta piovendo, mi consumerò se nessuno prenderà quel che resta di me. Sono di carta, e mi hanno usata! Poi, come tutte le cose che si “usano”, hanno deciso che non servivo più, e mi hanno gettata via. Ma sono di carta e non provo dolore. Sono di carta, e aspetto che arrivi un vento buono che mi faccia cominciare a volare.
Ci conoscemmo così profondamente da dimenticare chi eravamo stati l’uno per l’altra, e da perdere di vista quell’idea di eternità che avevamo accarezzato mentre ci eravamo ancora ignoti.
Ho capito che la gente, quando decide di andarsene e non ha il coraggio delle sue azioni, inventa di tutto, se ne va con la scusa più cretina e più banale, con il pretesto più assurdo. Ho imparato a non amareggiarmi, perché fare a meno di gente simile non è una gran perdita, anzi, è l’occasione giusta per valutare chi vale la pena tenersi accanto e chi vale la pena lasciare andare.
Quando il mondo ti abbandona, tu chiudi gli occhi, e immaginati il tuo mondo: come lo vuoi tu, come più lo desideri, come più ti piace, come più ti rende felice.
Se vuoi allontanarti non serve fuggire, basta fare un passo indietro.