Nello Maruca – Abitudine
Vivo da cinquant’anni accosto a mia moglie e vedo,, soltanto ora, le ali dell’Angelo.
Vivo da cinquant’anni accosto a mia moglie e vedo,, soltanto ora, le ali dell’Angelo.
Di imbellettate parole son fatte alcune persone altre di silenzi da dover decifrare, ma il tempo si sa è un gran signore mostra sempre dov’è l’errore.
Ciò che più spaventa l’uomo non sono le droghe e l’alcool ma l’ignoto e le abitudini.
Un paio di bottiglie vuote e un mal di testa infernale mi fanno pensare di aver scritto qualcosa di buono.
Spesso non ce ne rendiamo conto, ma siamo “malati di abitudine”. Chi è abitudinario accetta qualsiasi cosa, qualsiasi dolore. Per abitudine si vive accanto a persone odiose, che ci sono indifferenti, si impara a portare le catene, a subire ingiustizie, a soffrire, ci si rassegna al dolore, si è impotenti nel reagire. L’abitudine è il più spietato dei veleni, entra in noi lentamente, silenziosamente, cresce poco a poco nutrendosi della nostra vita, e quando ce ne rendiamo conto è ormai troppo tardi, ogni nostro gesto è condizionato, continuiamo ad “amare”, per abitudine, una persona “estranea”.
Ognuno si affianca al somigliante. È attrazione.
Ricordare i momenti tristi con gioia del proprio vissuto, serve per dimenticarli dopo un’attimo. Ricordarli invece con tristezza, è mantenerli vivi per molto tempo.
L’onest’uomo ama la luce, il ladro le tenebre.
I lavoratori aspettano l’alba per incamminarsi al lavoro, altri l’oscurità.
Del superfluo si può fare a meno, del necessario no. Ma qual è?
Il non avere nulla da fare è piacevole solo quando si dovrebbe fare qualcosa… Nel mio caso, è semplicemente una gran rottura.
L’abitudine è il vizio del non movimento.
Il problema nasce quando uno si sente bene da ubriaco e un pezzo di merda da sobrio.
La gente a volte è strana… oserei dire matta, ma da tempo ho smesso di cercare ragioni in ogni azione… optando per la semplice comprensione.
Quando si desiderano sempre e solo i soldi si sarebbe disposti pure a credere che gli uccelli volino a testa in giù.
È tutta una catena… devo essere solo… quando sono solo divento triste… quando divento triste bevo… quando bevo scrivo.
La gente non vuole rimettere in sesto la propria vita. Nessuno vuole che i suoi problemi vengano risolti. I suoi drammi. Le sue distrazioni. Le sue storie risolte. I suoi casini ripuliti. Perché, che cosa mai le rimarrebbe? Solamente il grande spaventoso inconoscibile.