Francesco Iannì – Abitudine
L’omologazione, la perdita della propria individualità per sentirsi parte di una massa indistinta; questa è senz’altro la forma più aberrante di simbiosi sociale.
L’omologazione, la perdita della propria individualità per sentirsi parte di una massa indistinta; questa è senz’altro la forma più aberrante di simbiosi sociale.
Più passa il tempo… e più mi accorgo che le persone sono false…Più passa il tempo… e più aumenta la stupidità delle persone…Più le persone diventano false e stupide… e più il tempo scorre velocemente…
Al festival dell’ovvio regalano i biglietti: ecco spiegata la ressa.
Ogni piccolo traguardo raggiunto nasconde un’insidia: spesso non si fa in tempo a goderne che se ne affaccia un altro all’orizzonte.
Le abitudini di un tempo insegnavano molto.
A fronte degli stenti di un povero un ricco trema di paura.
Nel suo ambiente si è a proprio agio.
Si fa l’abitudine a tutto, anche al continuo peggioramento di ciò che già era ai limiti della sopportazione.
Che brutto doversi abituare all’assenza delle persone. Ancora peggio quando lo devi fare per scelta loro perché hanno scelto di non esserci.
Avere paura ricade nella normalità della vita, ma vergognarsi mai!L’importante è abbracciare il coraggio e camminare!
Chi vive troppo nella realtà, ne perde di fantasia..
Lo zotico vive la vita senza mai uscire dal confine. Pur limitato è contento.
Chi approfitta della roba altrui, anche per una sola volta, può enumerarla tra le sue abitudini.
Non è che io non voglia credere, è che mi riesce più semplice dubitare.
Sto bene quando sento che stai bene.Sono felice quando vedo che sei felice.Noi: troppo uguali, troppo diversi.
L’abitudine è la più infame delle malattie, perché ci fa accettare qualsiasi disgrazia, qualsiasi dolore, qualsiasi morte.Per abitudine si vive accanto a persone odiose, si impara a portare le catene a subire ingiustizie, a soffrire, ci si rassegna al dolore, alla solitudine, a tutto. L’abitudine è il più spietato dei veleni perché entra in noi lentamente, silenziosamente e cresce a poco a poco nutrendosi della nostra inconsapevolezza, e quando scopriamo d’averla addosso ogni gesto s’è condizionato, non esiste più medicina che possa guarirci.
Le persone vivono… ma non sanno perché vivono… e vivono male.