Mirko Badiale – Abitudine
Nulla è più assurdo dell’abitudine, rende visibile quello che manca e ci impedisce di notare quello che c’è.
Nulla è più assurdo dell’abitudine, rende visibile quello che manca e ci impedisce di notare quello che c’è.
Non era stronza, era solo troppo orgogliosa per ammettere che faceva troppo male.
Il tacere è l’abito che indosso, quando parlare non serve con chi di classe non ne capisce un cazzo.
Non mi sono mai appoggiata a nessuno, perché so che le persone non sono muri, sono instabili. Basta poco perché queste si spostino e ti lascino con il culo per terra.
La fama degli uomini spesso è solo leggenda metropolitana.
L’abitudine fa parte del vivere. Anche se spesso ci viene posta come una chiusura al rinnovamento, in certe situazioni ci salva e ci aiuta a non “perderci” permettendoci di vivere in uno stato di serenità.
Ci diciamo sempre che bisogna trattare tutti allo stesso modo e spesso, troppo spesso, finiamo per trattare qualcuno in modo diverso da tutti gli altri.
C’è un rituale antico che ci permette anche dopo tanto tempo, quando ci incontriamo, di sapere cosa dire e cosa fare come se un filo legasse tutti i nostri momenti insieme.
Ho smesso di aspettare i treni quando ho capito che il treno sono io. Chi vuole viaggiare con me troverà sempre posto, chi non vuole che resti pure in stazione.
Siamo tasselli che spesso non combaciano, puoi provare ad incastonarli, ma non saranno mai l’uno il pezzo mancante dell’altro.
Vogliamo assaggiare qualcosa di nuovo, ma poi torniamo sempre ai vecchi sapori, quelli che conosciamo, che ci portiamo sempre dentro.
Le cose belle non durano mai per sempre, c’e sempre qualcuno pronto a rovinarle.
Se vedi il destino, digli che la strada che ha segnato per me non mi piace. Io cambio strada.
Oggi vorrei sentirti addosso, non solo dentro.
Sono stanca di combattere, stanca di difendermi, stanca di sopportare, sono stanca quando dico sto bene, quando sorrido, quando respiro, sono stanca di questo mondo sordo alle urla di chiede pace, sono stanca e nessuno se ne accorge.
Con la società che ci ritroviamo spesso facciamo determinate cose per dovere, mai per piacere, ed è la forma più ipocrita che possa esserci.
Esiste una rabbia che non ha niente a che vedere con la cattiveria. È il ruggito di chi sta proteggendo le proprie fragilità.