Alessandro Bon – Morte
Io non temo la morte, in quanto statica. Io temo il vivere, perché è un progredire, un divenire continuo di sentimenti ed esperienze che ci arricchiscono o depauperano.
Io non temo la morte, in quanto statica. Io temo il vivere, perché è un progredire, un divenire continuo di sentimenti ed esperienze che ci arricchiscono o depauperano.
Tutti gli uomini muoiono, ma la morte di alcuni ha più peso del monte Tai e la morte di altri è più leggera di una piuma.
Non c’é nulla che allo stesso tempo abbia così tanta e così poca influenza su un uomo quanto la sua morte.
Vorrei per gioco strapparmi il cuore, e cogliere in quel lungo e intenso attimo l’essenza di quel dolore, che a volte si prova per un’amore perduto o ancora peggio per un amico deceduto. Per l’emozioni vissute che sembran sbiadite dal tempo tiranno che l’ha logorate, ma mai cancellate. Sfoglio nel diario dei ricordi, trovo gli amici che avevo, l’incontro oggi in un triste mutismo, ma mamma mia allora quanto ridevo, un lacrima inumidisce il mio viso, che con il mio cuore i ricordi aveva sfogliato, per trovare un amico ormai sopito in un sonno eterno e nel marmo scolpito.
La morte ha senso solamente per chi è convinto che esiste la vita eterna, altrimenti è solo un’ingiustizia.
La morte inizia a vivere con la nascita dell’individuo.
Polvere siamo, polvere diventeremo e anch’io non mi sento in grande spolvero.