Alexandre Cuissardes – Morte
Prima quando moriva una persona stimata si scriveva “è morto un buono”, adesso invece aggiungono al “buono” “a nulla”, i buoni non servono, se non a far vivere meglio i furbi.
Prima quando moriva una persona stimata si scriveva “è morto un buono”, adesso invece aggiungono al “buono” “a nulla”, i buoni non servono, se non a far vivere meglio i furbi.
A dirci che dobbiamo cambiare sono spesso quelli che non cambiano mai.
L’autocritica del buon cristiano: sì, è vero, ho detto molti sì, ma erano soltanto cenni del capo spesso fraintesi.
La parola tumore inizia sempre con la “t” prosegue con la “s” di speranza ma finisce spesso con la “e” di estrema unzione.
L’assoluta impotenza dell’uomo di fronte alla morte lo rende maledettamente consapevole della sua effimera esistenza.
Chi si è autonominato nuovo padrone del paese alla prima occasione utile ha dimostrato di essere servo, padrone e complice di quelli che ha combattuto, a parole, per arrivare. Ormai questo paese non è neppure più capace di partorire (buoni) dittatori.
Sembra impossibile che la disperazione provata per la perdita per una persona cara trovi pace nel tempo. Lasciando spazio a sentimenti di nostalgia e ai ricordi.