Angela Cicolari – Morte
Oh Cristo, cosa hai portato all’interno della matrice di tuo Padre?
Oh Cristo, cosa hai portato all’interno della matrice di tuo Padre?
La morte è l’attimo nel quale veniamo strappati alla vita, ma è anche l’occasione di avvicinarci al cuore di chi ci ha amati e… di essere rimpianti da chi non vi è riuscito.
La più crudele eredità della morte è che spesso lascia gli altri prigionieri della vita.
Tirate il sipario, la farsa è finita.
E quando io volgo intorno lo sguardo e vedo questa camera, e gli abiti di Carlotta e le carte di Alberto, e i mobili che mi sono familiari, e perfino il calamaio, penso: “Tu immagini di esser tutto per questa casa! I tuoi amici ti apprezzano; spesso tu procuri loro la gioia e pensi che non potresti vivere senza di loro, eppure se tu te n’andassi, se tu scomparissi dalla loro cerchia? Sentirebbero, e per quanto tempo sentirebbero il vuoto che la tua perdita lascerebbe nella loro esistenza? Per quanto tempo? L’uomo è così effimero che anche lì dove più sicura è la sua esistenza, dove egli imprime l’unica vera traccia della sua presenza e cioè nel ricordo, nell’anima dei suoi amici, anche lì deve annientarsi e sparire, prontamente sparire!”
Sentirsi assenti cercando la presenza di anime fuggitrici dal mondo che un giorno promise di non esistere.
Pur di scaricare le sue pulsioni sessuali sugli amici degli altri, Dio è proprio disposto a farsi del male da solo, per poter basare una vendetta sul nulla,… e ricevere poi indietro il suo male miliardi di volte in più. Alla sua amata creazione ormai può fare ciao con la mano e poi morire dentro di essa con gli dèi e gli elementi, ma potrebbe goderne brevemente, e nel frattempo tutto fa sempre in tempo a peggiorare.