Antonio Curnetta – Morte
Perché avere paura dei morti? I morti possono al massimo suggestionare. Ma sono i vivi che rompono i coglioni.
Perché avere paura dei morti? I morti possono al massimo suggestionare. Ma sono i vivi che rompono i coglioni.
Se ho una necessità, ho una ragione di vita. La soddisfazione é la morte.
Mai preoccuparsi di cose negative prima che accadano. Perché sia una bella giornata, bisogna svegliarsi con la convinzione che sarà una bella giornata.
Ogni mattina abbiamo un’idea precisa su cosa ci aspettiamo dal giorno, ma siamo meno svelti a capire cosa il giorno si aspetti da noi.
C’è un gioco sottile nel risveglio. Una fase in cui la morte ti corteggia, lusingandoti, per protrarre il sonno e convincerti a non svegliarti mai più. La morte ha la prima mano. Ti presenta caleidoscopicamente ciò che ti attende non appena avrai aperto gli occhi. Di che sudare freddo in un letto caldo. Poi, ti fa una controproposta: ti invita a tenere gli occhi chiusi, come se tu fossi il testimone di un imminente delitto mafioso. Quindi, gioca la carta del torpore: un asso pigliatutto che si porta via i tuoi progetti per il passato, ramazza l’angoscia di un presente onnipresente come Dio, ti assicura che nel futuro, per tua fortuna, non ci sarai.
Se ti lascia per un altro non è perché vali meno dell’altro, ma perché ha bisogno di altro.
Se sei triste non aver paura, la morte è peggio. Se stai per morire non aver paura, il peggio deve ancora venire. Se sei morto non aver paura, il peggio è passato.