Antonio Giovannangelo – Morte
“È la vita” mi hanno detto così. No cazzo, perché non si può morire di un tumore.
“È la vita” mi hanno detto così. No cazzo, perché non si può morire di un tumore.
Le persone ci lasciano, prima o poi qualcuno se ne va, ed è inutile chiederci il perché. Non avremmo risposta, noi siamo troppo piccoli per capire e troppo umani per comprendere. Qualcuno un giorno disse: “la morte non esiste”, quel qualcuno credo abbia visto aldilà del tempo, del mondo, della vita terrena. Ed io mi sento di credergli.
Molti gli invitati; ma sempre pochi coloro che scelgono di entrarci e di rimanerci fino alla loro morte.
Io donna mortale, presto assurta al cielo infinito dove troverò pace eterna tra le luci della notte…
Morire? No, grazie. Non per me, ma per gli altri. Togliersi la vita è uno dei gesti più egoisti che si possano commettere, porre fine a tutte le proprie sofferenze e dare vita a quelle altrui, di chi ti vuole bene, non è affatto giusto.
Ne uccide più l’indifferenza che la spada.
L’universo, per quanto infinito, è un contenitore stagno e come tale, nulla fa uscire.Nello stesso modo, la morte di un essere umano, non fa svanire la persona, anch’essa contenitore, ma ne libera l’anima!