Arturo Donadoni – Religione
Sarò giudicato per l’operato, non per la religione che ho abbracciato.
Sarò giudicato per l’operato, non per la religione che ho abbracciato.
Nessuna matita può essere temperata all’infinito: nemmeno quella di Dio.
Fa che sia degno di ricevere le tue attenzioni. Fa che sia degno di restare in silenzio e contemplare il tuo volto. Fa che sia degno di rimanere in ginocchio di fronte la tua Croce. Fa che sia degno di comprendere la tua volontà. Fa che sia degno di essere tuo figlio. Fa che sia degno di ascoltare i tuoi ammonimenti. Fa che sia degno di operare secondo il tuo volere. Fa che sia degno di avere la tua ricompensa. Fa che sia degno.
Non sono ateo, solo che sono sicuro che Dio se la sappia cavare benissimo anche senza di me.
Lo spirito religioso si adatta ad ogni nuova scoperta, dopo averla demonizzata di anatema. Rettifica, riscrive, reinterpreta. […] La logica clericale macina ogni contraddizione e annulla la rimozione di ieri, ormai inservibile, con nuove e più sofisticate rimozioni.
Dio ti ha creato senza interpellarti, ma non ti salva se non c’è il tuo consenso.
Pensavo a coloro che dicono di non credere all’esistenza di Qualcuno ad di sopra di noi, in particolare a quegli uomini cosiddetti di scienza che non credono all’esistenza di Dio. Ognuno è libero di credere oppure no, ci mancherebbe. Ci sarà stato un primo uomo e una prima donna, giusto? Secondo alcuni l’uomo discende dalla scimmia, secondo altri dai pesci. Semmai fosse, la scimmia o i pesci da chi discendono? Potremmo andare a ritroso all’infinito… Una cosa è certa: un inizio c’è stato, come d’altronde lo è per tutto. Io non ho la risposta, so solo che Qualcuno avrà deciso che ci fosse un inizio. Con i miei limiti oltre non vado, però una convinzione ce l’ho: l’esistenza di quel Qualcuno.