Barbara Brussa – Silenzio
È in quel sentire senza voci, fra le righe di un silenzio “pieno”, che le cose sembrano raccontarsi, svelando i loro misteriosi contorni.
È in quel sentire senza voci, fra le righe di un silenzio “pieno”, che le cose sembrano raccontarsi, svelando i loro misteriosi contorni.
Anche alle favole, talvolta, muoiono le parole in bocca. Poco prima del classico: “e vissero felici e contenti”.
C’è una linea di confinetra la polvere dei nostri passie la polvere di stelleIn quella…
Fingo di esser silenziosa, poi parlo tanto silenziosamente, è solo che gli occhi faticano a farsi capire.
Il silenzio è spesso una condanna: quando tra te e gli altri si frappone un muro di gomma fatto di odi antichi, di invidie tenaci e immotivate. Tu vorresti farti capire, spiegarti, ma per gli altri non hai semplicemente diritto di replica. Neanche i cani si trattano così. O forse giusto i cani, a cui spesso ti paragonano. E quando non c’è comunicazione è facile sbagliare, incancrenirsi negli errori: tanto nessuno ti correggerà, ti dirà la sua. Almeno non apertamente.
La parola porta in sé la radice del pensiero e il frutto del sentire. Non facciamone mai uno strumento per apparire, perché saranno proprio le parole dette a svelare la vera natura di ognuno, laddove esse incontreranno i gesti. E questo accade sempre, nelle mille prove di coerenza e lealtà che nella vita siamo chiamati ad affrontare.
E torni sempre ad uccidere il suo cadavere, quasi temessi lei possa risorgere dalla polvere in cui l’hai gettata e diventare splendida farfalla.