Biagio Vuolo – Abitudine
Non dobbiamo sottovalutare mai le provviste primarie, quando finiranno le rimpiangeremo.
Non dobbiamo sottovalutare mai le provviste primarie, quando finiranno le rimpiangeremo.
Spesso non ce ne rendiamo conto, ma siamo “malati di abitudine”. Chi è abitudinario accetta qualsiasi cosa, qualsiasi dolore. Per abitudine si vive accanto a persone odiose, che ci sono indifferenti, si impara a portare le catene, a subire ingiustizie, a soffrire, ci si rassegna al dolore, si è impotenti nel reagire. L’abitudine è il più spietato dei veleni, entra in noi lentamente, silenziosamente, cresce poco a poco nutrendosi della nostra vita, e quando ce ne rendiamo conto è ormai troppo tardi, ogni nostro gesto è condizionato, continuiamo ad “amare”, per abitudine, una persona “estranea”.
Oh gli uomini non assolvono, impietosi giudicano e da ipocriti biasimano il giudicare altrui. Non ascoltano e fanno la morale, maestri della teoria sfuggono la pratica, l’esperienza, il vissuto che solo quando è vissuto può essere compreso. Dinanzi alla condanna già annunziata non vale perdersi nella strenua difesa, si tace perché il silenzio non ha voce per bussare dietro a porte chiuse.
Ogni piccolo traguardo raggiunto nasconde un’insidia: spesso non si fa in tempo a goderne che…
La compassione spesso è il peggiore dei veleni, perché ci lascia un’alternativa alla reazione.
Quando qualcuno ti ruba un pensiero, non te la prendere, fai finta che hai fatto un’opera di bene. In fondo anche le teste vuote hanno bisogno di sfamarsi.
Da oggi cambiano le regole, il mio modo di fare, di rispettare, di amare, di agire, da oggi cambia tutto, sai perché?Perché sono stanca!