Antonio Curnetta – Cielo
Basta poco perché sia una bella giornata: un raggio di sole nel cielo, un sorriso in tasca e una speranza nel cuore.
Basta poco perché sia una bella giornata: un raggio di sole nel cielo, un sorriso in tasca e una speranza nel cuore.
Dicevano che ero che il sole che tramonta, che piano piano si spegne e poi non lascia più niente.Ma se sono il sole, ragazzi non vi preoccupate, domani sorgerò ancora.
E se la pioggia fosse solo un enorme suicidio di massa?
Il cielo sa sempre come farsi perdonare.
Il mattino trova la bellezza più sublime nell’alba, la notte ha il bacio più violento dal tramonto. Perché sono le sfumature a rendere interi i colori. L’alba cede il posto all’aurora e il tramonto al crepuscolo e così via; sfumature sempre più sfumate: fino all’invisibile, nell’impercettibile, verso l’infinito. I colori del mondo? Il suo universo!
La luna può essere: la stella più grossa, un sole più spento, l’unico pianeta visibile ad occhio nudo, il cirro più calmo, la nuvola più tonda e perfetta, la nube più spezzata. Dipende da quando e da come la si guarda.
Sai, le nuvole sono come i petali di una rosa bianca, galleggiano nel mare incessante del cielo.
Nuvole si stagliano nel cielo, impalpabili graffiti su un’infinita tela.
Prima di guardare in alto bisogna guardarci dentro, il cielo si legge con gli occhi del anima.
Non perdere tempo spiegando le stelle a chi non ha mai alzato gli occhi al cielo.
Se non sei in grado di leggere il cielo, non volgere lo sguardo verso l’alto.
Ti è mai capitato di uscire alzare la testa e ammirare il cielo? Così imperfetto, così immenso, così estremamente bello.
Amava sognare, volare… dormire sui prati fioriti del paradiso cullata dagli angeli.
L’amore è cenere di stelle, è polvere di cielo che il vento spazza via per essere trovato ovunque.
Ci sono sogni che partono dal cuore e raggiungono le stelle.
Ti guardi dentro e cerchi nel tuo cielo un altro cielo. Voli. Poi, ti fermi. Rifletti e ti scomponi pure. Un altro cielo nel tuo cielo. Caduta libera per sentire la forza di gravità. Ti estranei e, poi, rinvieni. Un cielo. Un altro cielo. Corri senza freno mentre le palpebre si bagnano d’ebbrezza. Corri quasi solo. Insegui quella comprensione, quella sensibilità, quella lealtà. Insegui. Pervieni quasi solo. Ti giri, ti rigiri, ancora giri. Stringi i denti mentre sta sopraggiungendo un sorriso. Un altro cielo nel tuo cielo.
Bello rivolgere gli occhi al cielo, nell’abbraccio cosmico della luce delle stelle, in attesa di un tuo bacio.