Daniela Arisci – Morte
Niente potrà farti così tanto male come il dolore di chi non c’è più.
Niente potrà farti così tanto male come il dolore di chi non c’è più.
Gli uomini ripudiano il pensiero della mortesoltanto perché essa porta viai loro affetti più cari.In realtà, essi non la conoscono.
Morendo non si diventa santi, si estinguono solo le pene.
La morte è come prendere una multa… speri sempre di farla franca.
Morire per una fazione è un male comune, ma essere impiccati per un’assurdità è il demonio.
Ognuno di quelli che si ammazzano risparmia la vita ad uno di quelli che andrebbero ammazzati.
La morte; cos’è la morte?Un’angoscia per alcuni, un tormento per altri, l’incontro con Dio per i più, l’inutilità del nostro passaggio, troppo breve, per i rimanenti…La morte; non è forse il più grande degli appuntamenti a cui l’uomo è chiamato?Venire al mondo e morire; due modi che trovano tante congiunture: il bianco e il nero, il sole e la notte, il bene ed il male… non sono queste somiglianze della vita che ci fanno capire che facciamo parte di questa grande “giostra” dove ognuno ricopre un ruolo ben preciso?Perché angosciarci, patire, soffrire, trovare disperazione da ciò che è l’elemento più naturale nello stesso modo in cui veniamo al mondo?La morte nient’altro è che la somma delle somme del calcolo che si è compiuto durante il percorso di ognuno: la vita.La morte & la vita; la vita & la morte: stessa natura, essenza, emozione nate dalla condizione dell’alternarsi dell’una e dell’altra.Impariamo ad accettare la morte come accettiamo la vita in qualunque modo ella si presenti poiché, non potendo rispondere al più grande mistero dell’umanità, mi accontento di amare la vita come la morte essendo l’una conseguenza dell’altra e prodotto di un’energia finale che conduce verso quella condizione esattamente uguale a quando non si è ancora venuti al mondo; “il mistero dei misteri”, “il ritorno alla sublimazione del nulla”.Impariamo dalla morte; aiuta a vivere la vita che ci è stata concessa.