Daniele Dentico – Silenzio
Abbandoniamo i nostri sensi inebriati del vino del silenzio. La sua bontà schiavizza, la sua generosità inganna. E non ci basta mai non per masochismo, bensì perché alimenta il desiderio d’essere.
Abbandoniamo i nostri sensi inebriati del vino del silenzio. La sua bontà schiavizza, la sua generosità inganna. E non ci basta mai non per masochismo, bensì perché alimenta il desiderio d’essere.
I silenzi non sono mai vuoti, ma sono luoghi quasi sempre abitati dalle persone che ci mancano.
Che strana forza il silenzio: è capace di unire ciò che la parola divide e di dividere ciò che la parola unisce…
Se chiudete il dolore nel silenzio, sentirete più forte il suo suono.
Ci sono silenzi che fanno un rumore pazzesco, pieni di domande a cui non sai rispondere, carichi di tutto quello che non vuoi sapere. Ci sono silenzi che non vorresti mai ascoltare.
Si dovrebbe istituire la giornata del silenzio. Il silenzio quello vero. Per un santo giorno tutti zitti. Nessun “ciao”, “buongiorno” o “buonasera”. Nessuna parola di cortesia, nessun insulto, nessuna telefonata per strada, o tra le corsie di un supermercato, nessuno spreco di fiato. Cosi se proprio ci teniamo a dimostrare qualcosa, siamo costretti ad agire, a prendere carta e penna e scrivere, a salire in auto e presentarci di persona, a suonare un campanello con un sorriso, con il broncio, o quel che ci pare. Non ci sarà il bisogno di parlare. Per un solo giorno, forse, non daremmo per scontato il valore delle parole.
Nei silenzi quante parole!