Danut Gradinaru – Morte
Peccato che se ne vadano le brave persone, perché la spazzatura non la vuole nessuno!
Peccato che se ne vadano le brave persone, perché la spazzatura non la vuole nessuno!
Non chiedo molto alla vita… Solo di non soffrire troppo alla mia morte!
Spargere frammenti di noi nell’arco della vita, disseminare il nostro animo ovunque, mettere radici nei pensieri altrui, fiorire nelle parole di chi ci ama, diffonderci senza mai confonderci. Non è forse questo l’eterno inganno ai danni della morte?
Ultimamente mi diverto più ai funerali che ai matrimoni… sono più veri!
Ricordo mio nonno, un contadino: quando gli chiedevo “Cosa fai, nonno?”, rispondeva “aspetto la morte”. Per me non era mai una risposta tragica perché per lui aspettare la morte significava attrezzarsi, nell’ultima parte della vita, ad affrontarla con tutte le armi dell’uomo (lo scherno, l’ironia, la tristezza, l’amicizia, l’amore), ma mai ad esorcizzarla. Noi invece la dobbiamo esorcizzare con i nostri “gesti segreti” perché crediamo solo nei fatti. E di fronte al “fatto della morte”, che non si può controllare perché si è “assenti” nei riguardi di esso, possiamo solo fare scongiuri o “dare i numeri”.
La vita è come una lotteria: vinci, perdi, sei sempre sulla sua via.
Si può sopravvivere a tutto, oggi, tranne che alla morte, e farsi perdonare tutto, tranne che una buona reputazione.