Edvania Paes – Vita
La vita va così. Ogni tanto si spegne per non sentire il rumore del silenzio.
La vita va così. Ogni tanto si spegne per non sentire il rumore del silenzio.
L’acqua che tocchi de fiumi è l’ultima di quella che andò e la prima di quella che viene. Così il tempo presente.
Siamo sempre impegnati a creare noi stessi; ogni momento ci dice chi siamo ed è proprio negli occhi che viaggiano i nostri pensieri.
Più amo più mi sento fragile. Mi chiedo se amare comporta il sentirsi sempre così in bilico, tra la gioia di amare e la paura di perdere chi si ama.
Il tempo è nelle tue mani.
Vago, perso e misero, ricercatore di semplici aspetti ormai svaniti. Ricerca disperata la mia, vorrei un senso, vorrei vedere attraverso questo esistere, i volti… attraverso i quali sguardi riluce la semplicità di un’azione, che magari non ha motivazione di estraniarsi dal bene. Ricerco il mio essere uomo tra questi cocci di speranze, trovando solo maschere che in questa vita illusoria si affinano in anime che credono il loro agire sia giusto, eppure, il contorno, parla solo e in ogni occasione dell’Amore. Lo narra l’uccelletto che dinanzi all’alba gli dedica il suo melodioso canto, come il proclamare della rinascita in tutte le forme viventi, il loro moto è l’amore… non hanno pigrizie, il mare mai ferma il suo ondeggiare, mentre il giorno e la notte s’inseguono in un dolce conseguire. Noi in tutto questo che rappresentiamo? Chi siamo noi? Gli esseri eletti di Dio, i proclamatori di che cosa? Non abbiamo più passato, non abbiamo più nome, crediamo ma forse in realtà non siamo mai esistiti, perché in quella fede noi non figuriamo! Perché in Dio più non confidiamo.
I rapporti umani sono spesso un disastro perché gran parte dell’umanità non capisce che entrare nel cuore delle persone non è una conquista ma una straordinaria opportunità.