Elias Canetti – Morte
Per quanti varrà ancora la pena di vivere quando non si morirà più?
Per quanti varrà ancora la pena di vivere quando non si morirà più?
Il delitto non è l’ultima, ma la prima via d’uscita che ci si offre; spesso scaturisce da una mancanza di fantasia.
Spero che la morte mi colga mentre sono intento a leggere o scrivere, o, se a Dio piacerà, mentre prego e piango.
I dialetti, un tipo di denti falsi.
I giorni vengono distinti fra loro, ma la notte ha un unico nome.
Sotto un vecchio capello di paglia e un sorriso ogni giorno forzato c’era un vecchio che chiamavo nonno. Rideva perché era buono rideva perché voleva che lo vedessi felice rideva perché ora che è morto. Di lui mi ricordo il sorriso.
Le dita scheletriche della Morte non sono lorde del sangue degli individui, ma della loro rassegnazione!