Epicuro – Desiderio
Niente basta a chi non basta ciò che è sufficiente.
Niente basta a chi non basta ciò che è sufficiente.
Non è una colpa desiderare un attimo di pace lungo quel filo di orizzonte, al tramonto, quando il sole s’incendia di passione, aspettando invano la sua amata luna.
Non è apprezzabile chi è troppo facile all’amicizia né chi troppo vi esita; per amore dell’amicizia bisogna anche rischiare il proprio amore.
La quantità di desideri di una persona è determinata dalla qualità della vita che gli è stata imposta.
I desideri sono come le foglie di un albero, nascono fragili, insistentemente crescono, prendono forma e crescono ancora… arrivando alla massima espressione e vitalità. Una volta esauditi, iniziano il processo di ritorno, si lasciano trascuratamente cullare dal vento, si spengono lentamente, e cadono insieme ad altri pensieri e nuovi desideri che velocemente si insinuano rinnovando ogni vita.
Per tutti quegli esseri viventi che non ebbero la capacità di stringere patti reciproci circa il non recare ne ricevere danno, non esiste ne il giusto ne l’ingiusto; e altrettanto si deve dire per quei popoli che non poterono o non vollero stringere patti per non recare e non ricevere danno.
La carne non ammette limiti nel piacere, e il tempo che serve a procurarle tale piacere è anch’esso senza limiti. Ma il pensiero che ha appreso a ragionare intorno al fine e al limite di ciò ch’è pertinente alla carne, e che ha soppresso il timore dell’eternità, ci rende possibile una vita perfetta, per cui non sentiamo più l’esigenza di un tempo infinito: esso non rifugge dal piacere ne, quando le circostanze ci portano al momento di uscire dalla vita, può dire di andarsene avendo tralasciato qualcosa di ciò che rende questa ottima.