Felice Guzzoni – Morte
Nel regno eterno della morte troverai quella pace invano sospirata in questa vita di miserie e di affanno.
Nel regno eterno della morte troverai quella pace invano sospirata in questa vita di miserie e di affanno.
Gli anni sono come le piramidi: contengono sempre qualche morto.
Appena adolescente, la prospettiva della morte mi gettava nell’angoscia; per sfuggirvi mi precipitavo al bordello o invocavo gli angeli. Ma, con l’età, ci si abitua ai propri terrori, non si fa più niente per liberarsene, ci si imborghesisce nell’Abisso. – E se ci fu un tempo in cui invidiavo quei monaci egiziani che scavavano le loro tombe per versarvi lacrime, oggi scaverei la mia per non lasciarvi cadere altro che cicche.
La vita di Dio segue sempre la giustizia che sostiene, come per l’uomo. Quindi per non morire non avrebbe dovuto forzare un’Anima ad essere quello che non è, a costringere uno spirito più grande del Suo a rimanere nella Fede che irretirà l’Universo nella sua fine, forte proprio di questo spirito. Niente è vanità, tutto è sopravvivenza.
All’ombra dè cipressi e dentro l’urne confortate di pianto è forse il sonno della morte men duro?
La vita è un desiderio, che ci inganna lungo il cammino. Conducendoci delusi a una certa fine.
Quando qualcuno ti delude irrimediabilmente è come se quel qualcuno fosse morto. Lascerà un vuoto che niente al mondo potrà colmare.